Il V+ (UIAA) è oggi divenuto 6a+.

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda sergio63 » gio ago 26, 2004 19:34 pm

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Messaggioda sergio63 » gio ago 26, 2004 19:35 pm

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Messaggioda Maurizio » gio ago 26, 2004 19:52 pm

andreag ha scritto:
Ah, i bei tempi andati.....quanti ricordi si risvegliano....

La differenza tra me e te è che, mentre tu sei andato avanti ad arrampicare e coi gradi, io son rimasto lì, e il VI mi sembra sempre duro come una volta....
:cry:

Andrea


Mah, Andrea, fermo a quei tempi... non direi... Fare arrampicata sportiva è un po' come entrare in un'altra dimensione, parallela. E' questo che non si capisce, che si fa fatica a capire. Fare gli sbruffoni è da idioti. E' come avere una moto sotto il culo e salire al Pordoi, superando i ciclisti, gridandogli Forza Gimondi! :D :D
Pero saltare da una dimensione all'altra è una delle cose più divertenti (e pericolose) che ci regala quest'epoca. Insegna ad essere umili, per questo è importante che le cose di una volta rimangano così come erano. Ma non è a fare il 6b straconosciuto in falesia senza corda e a pensare che, in fondo, il VI non è così difficile... Devi andare a fare il VI di una volta, come lo facevano una volta... Se non ti piace viaggiare nella macchina del tempo...rimani a divertirti in falesia, senza però andare a cambiare i gradi in montagna... :D :D

ciao

Maurizio
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Messaggioda andreag » gio ago 26, 2004 19:59 pm

Maurizio ha scritto:Mah, Andrea, fermo a quei tempi... non direi... Fare arrampicata sportiva è un po' come entrare in un'altra dimensione, parallela. E' questo che non si capisce, che si fa fatica a capire. Fare gli sbruffoni è da idioti. E' come avere una moto sotto il culo e salire al Pordoi, superando i ciclisti, gridandogli Forza Gimondi! :D :D
Pero saltare da una dimensione all'altra è una delle cose più divertenti (e pericolose) che ci regala quest'epoca. Insegna ad essere umili, per questo è importante che le cose di una volta rimangano così come erano. Ma non è a fare il 6b straconosciuto in falesia senza corda e a pensare che, in fondo, il VI non è così difficile... Devi andare a fare il VI di una volta, come lo facevano una volta... Se non ti piace viaggiare nella macchina del tempo...rimani a divertirti in falesia, senza però andare a cambiare i gradi in montagna... :D :D

ciao

Maurizio


Lo so lo so Maurizio, un po' di arrampicata sportiva la faccio anch'io, anche se sempre su gradi molto più bassi dei tuoi....
:wink:
E' che ogni volta che faccio il salto di là, con la macchina del tempo (sempre più raramente ormai, ahimè), mi accorgo che cavarsela bene sul 6b in falesia non mi serve ad andare tranquillo sul VI in montagna....e capisco che quelli che sono nati e cresciuti direttamente a pane e spit, mancando del substrato "storico" facciano fatica a digerire le chiodature trad...io almeno mi ricordo che una volta c'erano solo quelle!!! :lol:

Andrea
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Messaggioda Davide62 » gio ago 26, 2004 21:11 pm

Maurizio ha scritto:.... Insegna ad essere umili, per questo è importante che le cose di una volta rimangano così come erano. Ma non è a fare il 6b straconosciuto in falesia senza corda e a pensare che, in fondo, il VI non è così difficile... Devi andare a fare il VI di una volta, come lo facevano una volta... Se non ti piace viaggiare nella macchina del tempo...rimani a divertirti in falesia, senza però andare a cambiare i gradi in montagna... :D :D
......


Sei un ottimo comunicatore, questo è un pensiero espresso senza possibilità di fraintendimenti.
.....avrei voluto scriverla io sta cosa......... :wink:
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Re: [quote='Maurizio]Il V+ (UIAA) è oggi divenuto 6a+.[/quot

Messaggioda Redpoint » gio ago 26, 2004 21:57 pm

Maurizio ha scritto:
Hai dimenticato la ragione più bieca, e probabilmente la verità. Sulle vie spittate plaisir, cioè con gli spit vicini, cioè costruite e confezionate per il popolo :D , se scrivi V+, cioè 5a, non ci va nessuno! :roll: Se poi su quel 5a, il popolo della falesia, abituato a partire almeno dal 5c, trova pure lungo e non passa...rischi di aver piantato spit inutilmente, perchè ti arrivano pure le proteste...che sei un bastardo che dai i gradi stretti...e bla bla bla! Magari ti sei fatto un culo così, almeno che il popolo apprezzi, santoiddio! Poi, se uno va a fare vie del genere si vuole anche divertire, e tornare a casa almeno con un 6a+ o 6b (oltre generalmente su questo tipo di vie scende drasticamente la frequentazione, per cui il 6b+ ed il 6c devono essere rigorosamente azzerabili perchè, sentito con le mie orecchie da uno di questi attrezzatori, l'arrampicatore deve poter arrivare comunque in cima, ed avere qualche cosa da raccontare la sera alla moglie, tornando soddisfatto... Altrimenti per cosa uno arrampica? Per le delusioni c'è già il lavoro. 8O 8O).


Maurizio

Beh ma scusate... secondo me siamo come sempre daccapo... la via in sè non centra nulla.. e come relativi sono la relazione ed il grado... e nemmeno il marketing...

se proprio vogliamo fare un processo lo dobbiamo fare a chi arrampica... anche se per come la vedo... nessuno si merita un processo...

giustamente si fa per discutere... e allora dico la mia...

ovviamente le falesie attrezzate hanno contribuito ad alzare molto il grado di difficoltà in arrampicata... uno che frequenta un po' con convinzione arriva tranquillo al 7a... ma del 7a di falesia su una classica te ne fai ben poco... perchè ci va altro... il grado non basta.. e siamo sempre lì...

oggi si è abbassata la preparazione degli arrampicatori: un po' perchè si frequentano più intensamente le falesie... e le vie le si lascia un po' in disparte... vuoi per la cronica mancanza di tempo di cui sembra soffrire l'intera popolazione mondiale... non abbiamo più tempo per nessuno... non abbiamo più tempo neanche per amare qualcuno... figuriamoci se abbiamo anni da dedicare alla nostra preparazione alpinistica...
per cui siamo tutti di fretta... la via se si fa deve saltar fuori in giornata... al massimo nel w.e.

dici bene, Maurizio, l'arrampicata insegna ad essere umili... ma quanti sono disposti al sacrificio che richiede l'umiltà...

quanti sono disposti al sacrificio...
non penso ci vada amore per la montagna, almeno... io non credo di amare la montagna... per quel poco che è la mia esperienza ho imparato a capirla... ed ho imparato a capirmi...

poi come dici lo sbruffone c'è sempre...

la mia esperienza mi ha insegnato l'attesa....
mi ci sono voluti otto anni di arrampicata sportiva... per cominciare a muovere i primi passi sulle classiche... ma una volta assaporata la diversità... beh... è un'altra dimensione... :wink:
Ma urmài sun chè... in mèzz al tempuraal
tuìvess föe di bàll che a me me piaas inscè...
(DvdS)

I can still feel you
even so far away
I think different.
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Re: [quote='Maurizio]Il V+ (UIAA) è oggi divenuto 6a+.[/quot

Messaggioda stefano michelazzi » gio ago 26, 2004 23:52 pm

pietrodp ha scritto:Quoto nel titolo del topic l'affermazione di moviglio riguardante una sua vecchia via che, dopo la spittatura (= cancellatura!) ha visto in tal modo lievitata la sua originale valutazione.

Anche Be+ citava una via in Sella che ha subito analoga sorte, diventando 6b a spit dove prima era VI+ a chiodi e cunei.

Potrei portare n altri esempi analoghi.

Posso darmi almeno tre ragioni di cio':
1) Una volta gli alpinisti avevano le palle quadre mentre oggi molti sono cacchine.
2) Una volta gli alpinisti erano cazzoni che facevano a gara a chi sottogradava di piu'.
3) Il VI di una volta era un grado piuttosto ampio..un po' perche' la scala era chiusa e nessuno sapeva bene cosa c'era sopra (se qualcosa sopra c'era..) e un po' perche' qualcuno tirava qualche chiodino e poi si "dimenticava" di dare l'A0.

Certo che, anche con tutto cio', per passare dal V+ (5a?) al 6a+ ce ne vuole...

Avete altre spiegazioni del fenomeno? :lol:




altra spiegazione del fenomeno è il numero di chiodi presenti...nel senso...a seconda delle protezioni un tempo le difficoltà venivano aumentate o sgradate.
esempio può essere la comici al vano nero in giulie dove la guida di buscaini riporta 5°+ con tre chiodi, senza chiodi 6°...!
Negli anni 80 questo è cambiato la via si misura solo sulla base della difficoltà di movimento ed il gioco prende un'altra forma...vie che un tempo erano 5°+ diventano 6a!
Chiaramente non per tutte le salite vale questo discorso.

Da questo cmq passare a cambiare i connotati di una salita ce ne passa...non lo ordina il medico di arrampicare perciò se non sei in grado di affrontare una salita, ti prepari e se cmq rimane al di fuori della tua portata vuol dire che ti rimarra dentro come qualcosa a cui hai dovuto rinunciare e basta...! Io vorrei tanti soldi per poter arrampicare tutto il giorno senza dover lavorare ma mica per questo rapino le banche...rimane un bel sogno !
Il fatto è che saper accettare una rinuncia diventa ogni giorno più difficile sembra quasi che chi lo fa sia meno degli altri e allora va bene tutto pur di riuscirci...! In questo modo invece ci stiamo creando un mondo di arroganti e prepotenti disposti a tutto per la soddisfazione personale (e non parlo solo dell'arrampicata).
Per non parlare poi delle falsità...io se tiro un chiodo non me ne vergogno...mi vergognerei di me stesso se dopo averlo fatto negassi dicendo di esser passato pulito!!!
Il guaio grosso cmq è che tutto lo viviamo ogni giorno e la montagna purtroppo non è altro che lo specchio della nostra società!
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Messaggioda biemme » ven ago 27, 2004 8:55 am

Maurizio ha scritto:...quando ho incominciato io il III era un grado che esisteva ancora, e coincideva col momento in cui occorreva arrampicare. Il III+ era già un affare serio..........Ma non saremo un po' presuntuosi nei confronti dei nostri antenati?
ciao Maurizio


ciao,
parole sante, dalla prima all'ultima......sarà la nostra generazione anni 60, ma penso che anche oggi su certi terzi gradi sup. (tra i primi ricordo l'agostini alla molveno, esattamente 30 anni fa) i climbers del 2000 non andrebbero tanto con le mani in tasca :wink:

sul pic adolph, il passo della salluard per me era e rimane un buon VI+ : se tutte le guide del bianco lo danno diversamente, avrebbero almeno dovuto raffrontarlo con altri V+ lì vicino, o no ? (aspetto il parere del competentissimo davide), e comunque ho notato che le vie anni 50 (anche in dolomiti) proprio per lo stile in voga in quel periodo, riservano spesso delle strane sorprese sulle valutazioni

ciao a tutti
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Messaggioda pietrodp » ven ago 27, 2004 12:37 pm

Maurizio ha scritto:...quando ho incominciato io il III era un grado che esisteva ancora, e coincideva col momento in cui occorreva arrampicare. Il III+ era già un affare serio. ...
Tutto ciò oggi fa ridere, ma chi l'ha vissuto sulla sua pelle, chi ha tremato come una foglia prima dei fatidici passaggi gradati V+, chi leggendo e ri-leggendo la guida si scervellava per cercare di capire se quel V+ sarebbe stato più o meno difficile della via che si era appena fatta...


Non sono (purtroppo o per fortuna :?:) di quella generazione, ma ti posso assicurare che prima di mettere mano su un V+ ne ho passate di vie in montagna e consumate di giornate in falesia.
Perche' non ci vogliono molte bastonate per capire che se uno fa solo il 6b in palestra certi V in montagna sono gia' affar serio...
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Messaggioda gug » ven ago 27, 2004 12:53 pm

Maurizio ha scritto:Tutto ciò oggi fa ridere, ma chi l'ha vissuto sulla sua pelle, chi ha tremato come una foglia prima dei fatidici passaggi gradati V+, chi leggendo e ri-leggendo la guida si scervellava per cercare di capire se quel V+ sarebbe stato più o meno difficile della via che si era appena fatta...

Maurizio


...quante volte mi è capitato! :wink:
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Re: [quote='Maurizio]Il V+ (UIAA) è oggi divenuto 6a+.[/quot

Messaggioda Gladia » ven ago 27, 2004 13:59 pm

pietrodp ha scritto:
Gladia ha scritto:
Maurizio ha scritto:...


mhm ...effetivamente come spiegazione mi sembra abbastanza plausibile...
certo considerando che questo tipo si attività non mi sembra poi così diffusa ..che sia già stata ingoiata dal marketing più sfrenato mi stupisce un pò.
questa è una opinione che ti sei fatto da solo oppure hai potuto toccare con mano?


:lol: :D

Forse non sai che il Maurizio in questione in quanto a chiodature e richiodature e' uno dei massimi esperti del continente.. (anche se sul continente in effetti non ci sta..) :wink:


Infatti non lo sapevo :oops: :oops: :oops: :oops: :oops:
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Messaggioda Gladia » ven ago 27, 2004 14:03 pm

Cmq volevo solo sapere se conosceva qualcuno che aveva ammesso esplicitamente di aver fatto una cosa del genere.
:oops: :oops: :oops: :oops:
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Messaggioda erik. » ven ago 27, 2004 15:45 pm

Sicuramente l'argomento è interessante e molto ampio ed ognuno lo vive e lo interpreta o suo modo e a suo modo si sente di aver ragione.
Personalmente l'arrampicata ma soprattutto l'alpinismo (che purtroppo sempre piu' viene dimenticato.... ) mi emozionano e riescono a farmi vivere delle situazioni che sento in qualche maniera come un completamento di me stesso e sicuramente quando vado in monte sono alla ricerca di un qualcosa che ora a parole mi sfugge ma che ogni volta che torno a casa si esprime in quella gioia,spensieratezza e consapevolezza di me che dopo ogni via trovo.
Certo il grado o il prestigio di una via possono far parte anch'esse dell'attrazione verso una salita piuttosto che verso un'altra....ma fondamentalmente per quanto mi riguarda la vivo alla giornata...ogni tanto ho voglia di fare qualcosa di "duro",alle volte son felice di aver lo spit sotto il culo e altre magari mi sento portato a saltarlo perchè troppo vicino...altre volte mi diverto semplicemente su un II III perchè attratto dall'ambiente o dall'intuizione dei vecchi alpinisti.
Ultimamente ad esempio mi sono trovato a salire con disinvoltura alcune vie di 6b/6c spittate per poi trovarmi a distanza di poco tempo su una fessura di V+ che mi ha acciaiato le braccia e portato al limite....
...semplicemente i 6b non erano tali o forse erano molto ben spittati,il quinto piu' (nell'occasione era un Lomasti) sicuramente sottogradato e con chiodatura classica (per la verità chiodato anche bene! :oops: :oops: ).
Quando torno a casa pero' so da solo quello che ho dato, se ne sono uscito bene e onestamente o se ho dovuto "imbrogliare",se son salito da primo o da secondo.....
i conti alla fine li faccio sempre con la mia coscenza ed il mio modo di andare in montagna:quello che fanno gli altri piu' di tanto non mi interessa e se uno è contento di aver fatto un 6a+ che in realtà era un V+ chi se ne frega....
...contento lui, a me non cambia...
se uno ha fatto una via di 7b con 5c obb. e la azzera tutta e poi se ne torna a casa soddisfatto e vantandosi di fare il 7b sinceramente lo prendero' in giro e mi farà solo un po' pena ma non mi faro' certo mangiare dal nervoso....!
Mandi.
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Messaggioda cuorpiccino » sab ago 28, 2004 11:22 am

E' sempre un problema di cultura. E c'è gente che cerca di difondere cultura (come Maurizio) e altri ai quali piace chiodare per il popolo (specie per quello un po' bue che non ha voglia mai di impegnarsi).
E poi sarebbe possibile far divertire tutti, ma no, oggi proprio non si concepisce che un bel tiro possa essere riservato solo a chi ha il livello tecnico e la testa per farlo. Oggi un bel tiro viene considerato peggio di una mignotta (onore alla loro sincerità) viene considerato una schiava, ovvero deve essere disponibile a basso costo.
Così si spitta il Vecchiaccio (e altre vie) e si cambiano i gradi.
Viva le falesie chiodate lunghe! :evil:
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda flaviop » dom ago 29, 2004 17:55 pm

Secondo me chiodature e valutazioni in alcuni posti sono fatte per attirare gente ( vedi Ailefroide) ci vai ti senti forte,poi ti sposti a Ponteil i chiodi sono sempre vicini ma ti sembra di non essere capace di arrampicare( che bello c'è anche meno gente) se poi torniamo in Antimedale o in vecchie vie del Verdon ritroviamo l'ingaggio e per chi li ha provati certi 5+ con i dadi!
Ora si fa tutti il 6b e ci si preoccupa per i tiri di 3 sprotetti boh.
Non sono un'estremo, ormai arrampico poco e la mia valutazione tiene conto solo se la via mi è piaciuta o meno.
I gradi servono ora come all'ora a farsi belli, specialmente quelli che nascondevano l'A0.
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Messaggioda zorro2 » dom ago 29, 2004 19:54 pm

Non so quanto tempo era stata inventata una scala di impegno "globale" (AD, D, TD ecc...) che doveva tener conto un po' di tutte le componenti (difficoltà "puramente" tecnica, impegno fisico, psicologico) che alcune guide riportano accanto alla nota "difficoltà della via" ma che molte volte fa sorridere essendo una specie di fotocopia del grado UIAA: se c'è un passaggio di V la via è D+, se ce n'è uno di V+ allora la via è TD-, e così via. Certe guide (vedi quella del Bernard per il gruppo del Catinaccio, una delle migliori guide mai viste a mio giudizio) riportano difficoltà variabili a seconda della chiodatura (o dei chiodi usati).
Certo la questione è annosa e di sicuro non verrà mai risolta (in fondo la valutazione delle difficoltà è sempre qualcosa di soggettivo). La logica direbbe che se già esiste una scala che classifica la difficoltà tecnica dei singoli passaggi o tiri, perché non usare bene la scala della difficoltà globale per dare un'idea del reale impegno della via.
Gli esempi si sprecano e per chi arrampica in montagna da un po' è come scoprire l'acqua calda: l'altro giorno mi è capitato di salire sulla Steger al Catinaccio uscendo lungo l'itinerario originale al catino sud. Arrampicando nella prima parte (vari tiri con diff. di V/V+) grazie all'abbondante chiodatura e la roccia ripulita, che permette di salire sempre sicuri e sciolti, l'impegno è sicuramente molto inferiore a quello richiesto nella seconda parte (ormai disertata da quasi tutti) dove ci si deve muovere su roccia in parte mobile, cercandosi la via migliore, senza nessun chiodo sotto il sedere, anche se ci sono solo un banale passaggio di V ed uno di IV+. Per non parlare poi delle 10000 vie "dimenticate" dove non passa la folla a toglierti gli appigli mobili e ad assicurarti e segnarti la via con una carriola di chiodi (se non di spit).
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Messaggioda zorro2 » dom ago 29, 2004 19:56 pm

Non so quanto tempo era stata inventata una scala di impegno "globale" (AD, D, TD ecc...) che doveva tener conto un po' di tutte le componenti (difficoltà "puramente" tecnica, impegno fisico, psicologico) che alcune guide riportano accanto alla nota "difficoltà della via" ma che molte volte fa sorridere essendo una specie di fotocopia del grado UIAA: se c'è un passaggio di V la via è D+, se ce n'è uno di V+ allora la via è TD-, e così via. Certe guide (vedi quella del Bernard per il gruppo del Catinaccio, una delle migliori guide mai viste a mio giudizio) riportano difficoltà variabili a seconda della chiodatura (o dei chiodi usati).
Certo la questione è annosa e di sicuro non verrà mai risolta (in fondo la valutazione delle difficoltà è sempre qualcosa di soggettivo). La logica direbbe che se già esiste una scala che classifica la difficoltà tecnica dei singoli passaggi o tiri, perché non usare bene la scala della difficoltà globale per dare un'idea del reale impegno della via.
Gli esempi si sprecano e per chi arrampica in montagna da un po' è come scoprire l'acqua calda: l'altro giorno mi è capitato di salire sulla Steger al Catinaccio uscendo lungo l'itinerario originale al catino sud. Arrampicando nella prima parte (vari tiri con diff. di V/V+) grazie all'abbondante chiodatura e la roccia ripulita, che permette di salire sempre sicuri e sciolti, l'impegno è sicuramente molto inferiore a quello richiesto nella seconda parte (ormai disertata da quasi tutti) dove ci si deve muovere su roccia in parte mobile, cercandosi la via migliore, senza nessun chiodo sotto il sedere, anche se ci sono solo un banale passaggio di V ed uno di IV+. Per non parlare poi delle 10000 vie "dimenticate" dove non passa la folla a toglierti gli appigli mobili e ad assicurarti e segnarti la via con una carriola di chiodi (se non di spit).
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Messaggioda Feo » dom ago 29, 2004 20:08 pm

Scusate l'offtopic:
zorro2 ha scritto:... l'altro giorno mi è capitato di salire sulla Steger al Catinaccio uscendo lungo l'itinerario originale al catino sud. Arrampicando nella prima parte (vari tiri con diff. di V/V+) grazie all'abbondante chiodatura e la roccia ripulita, che permette di salire sempre sicuri e sciolti, l'impegno è sicuramente molto inferiore a quello richiesto nella seconda parte (ormai disertata da quasi tutti) dove ci si deve muovere su roccia in parte mobile, cercandosi la via migliore, senza nessun chiodo sotto il sedere, anche se ci sono solo un banale passaggio di V ed uno di IV+...


Ma che stai a dì???
8O 8O 8O 8O 8O
(certo che a uscire dal catino sud ti sei perso proprio una bella parte di via... e non è affatto sporca!)
Feo c'è! ... o ci fa?
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Messaggioda zorro2 » dom ago 29, 2004 20:57 pm

Feo ha scritto:Scusate l'offtopic:
zorro2 ha scritto:... l'altro giorno mi è capitato di salire sulla Steger al Catinaccio uscendo lungo l'itinerario originale al catino sud. Arrampicando nella prima parte (vari tiri con diff. di V/V+) grazie all'abbondante chiodatura e la roccia ripulita, che permette di salire sempre sicuri e sciolti, l'impegno è sicuramente molto inferiore a quello richiesto nella seconda parte (ormai disertata da quasi tutti) dove ci si deve muovere su roccia in parte mobile, cercandosi la via migliore, senza nessun chiodo sotto il sedere, anche se ci sono solo un banale passaggio di V ed uno di IV+...


Ma che stai a dì???
8O 8O 8O 8O 8O
(certo che a uscire dal catino sud ti sei perso proprio una bella parte di via... e non è affatto sporca!)

ma dicevo la seconda parte quella che esce in catino, :roll: non quella che va in cima. infatti, essendo una pippa conclamata :oops: e dovendo ritornare assolutamente al domicilio (a 300 km da Gardeccia con il suo grandioso servizio di bus navetta) in serata mi sono dovuto adattare a questa soluzione che sembra(va) più rapida. me l'hanno detto così in tanti che la seconda parte della via è meglio della prima che dovrò tornare un'altra volta ancora per vederla :D
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Messaggioda Maurizio » dom ago 29, 2004 20:57 pm

Gladia ha scritto:Cmq volevo solo sapere se conosceva qualcuno che aveva ammesso esplicitamente di aver fatto una cosa del genere.
:oops: :oops: :oops: :oops:


Certo Gladia, nessun problema. Sicuramente li conosco: io stesso, a volte, "sono caduto in tentazione". Molto spesso, ripetendo vie altrui dell'ultima generazione, mi son trovato a fare dei tratti di collegamento, valutati 5a, 5b o addirittura 5c. Tratti in cui camminavo senza poggiare le mani, magari pure chinandomi a moschettonare gli spit (!!!) Rileggendo la definizione di difficoltà che introduce le "guide grige", tali tratti avrebbero dovuto essere valutati III. Ma un III stona in mezzo ai 6c, così ecco che divenivano 5b almeno. Stesso principio per i 6a in mezzo ai 7a, etc.. Per contro i 6c a volte erano davvero duri, se magari era solo un passaggio in tutta la via. Ma, guarda caso, questo era azzerabile. A forza di caderci ho cominciato a pensare che ci fosse una ragione sotto, ed alla fine l'ho dedotta, con spesso ammissione esplicita di colpa da parte degli apritori. Per questo dico che, spesso, i gradi su queste vie sono una questione di marketing... Tutto viene fatto in base al target a cui è destinata la via. Fino agli eccessi di scavare le prese sui tratti troppo duri...

Ma i casi sono infiniti e non è giusto generalizzare: magari a fianco a queste vie non ti alzi sui 5a, ma non perchè abbiano pochi e vecchi chiodi, ma perchè sono proprio difficili. Io non stavo parlando di difficoltà psicologica dovuta alla chiodatura, e dell'assuefazione da spit. Stavo proprio parlando di difficoltà tecnica! Il che è radicalmente differente.

Quel che dice Cuorpiccino lo trovo interessante. Inversione di tendenza a parte, trovo che oggi spesso c'è proprio astio per chi propone una visione della scalata "d'elite" e/o dichiaratamente anti-popolare. Molto spesso mi son sentito dire che aprire con obbligatorio oltre il 6c è inutile e, anzi, "snob", perchè tanto su quelle vie non ci va nessuno. E per adesso è anche vero, purtroppo. Ma non è detto che le cose cambino...e poi non è scritto da nessuna parte che un'apertura debba essere un atto di altruismo e non di egoismo (fintanto che non si lede la libertà altrui e si rispetta il passato).
Io penso che l'arrampicata sportiva abbia portato molte novità positive. Io stesso la pratico assiduamente , anche se non è certo la mia prima passione. Però con l'arrrampicata sportiva è germogliata, nei primi anni '90, questa "pericolosa" idea che tutta la roccia debba essere portata a dimensione d'uomo e resa in qualche modo "sportiva", adatta al divertimento. Ora, che il seme ha attecchito, è difficile convincere del contrario chi è cresciuto con questi principi o chi, per necessità o per fede sincera, vi si è convertito. Poi non è che riesci a far cambiare facilmente mentalità alla gente..così...ogni 10 anni! :D :D Non mi meraviglia pertanto che si accusi di snobismo chi mette io chiodi lunghi o chi scrive manifesti come quello gardenese. Ci vuole del tempo per metabolizzare e all'inizio si va per eccessi, fino a trovare, si spera, la giusta misura.

Poi io resto convinto che sia fondamentale l'esempio dei top climber. Più di quanto si creda. Loro sono come dei testimonial, che veicolano un messaggio. E' come la pubblicità. Apparentemente tutti fanno altro e nemmeno la guardano, tenendo però il televisore acceso, e magari si dice anche "ma guarda che fa questo c******e..."...però poi ci ragiona su, a volte anche inconsciamente. Come è importante l'approvazione sociale della massa verso un particolare tipo di condotta. Quando questa viene a mancare la spinta si esaurisce, e certe cose improvvisamente non si fanno più. Per questo nel campo dell'arrampicata e dell'alpinismo, dove girano pochi soldi, è relativamente semplice "far rivoluzioni", anche se qualcuno le chiama semplicemente "mode". Se pensiamo che sono bastati quattro scritti di Motti (molti dei quali tradotti e neppure da lui elaborati) a instaurare un processo di cambiamento di mentalità, alla fine degli anni '70, ci rendiamo conto... E' interessante notare anche come si sia invece propagata la mentalià dell'arrampicata sportiva che, a differenza del Nuovo Mattino, ha potuto contare molto di più sull'appoggio dei media (le prime gare, Alp, etc). E come questa abbia attecchito in modo (e con mentalità) differente a seconda delle varie regioni d'Europa e, spesso, realtà provinciali. Oggi osserviamo invece il diffondersi delle garette provinciali, dei raduni...ancora una differente mentalità collegata al boulder... Importanti amici d'oltre alpe mi assicurano che il futuro è invece nei grandi meeting non competitivi: si comportano come dei bambini entusiasti che hanno scoperto il nascondiglio della marmellata, come se questi ultraquarantenni oggi manager della scalata spesso al servizio della case produttrici di materiale, quando erano ragazzi, non avessero mai sentito parlare di Woodstock. Mah!

Di tutto ciò sarebbe bello parlare, se volete, vi ho dato solo delle idee...senza nessuna pretesa

ciao

Maurizio
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Maurizio
 
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