VYGER ha scritto:giudirel ha scritto:VYGER ha scritto:Grande alpinista, eh?
Si dai. Lo è stato. Forse dire il più grande è un po' enfatico. Ognuno ha i suoi preferiti. A me è sempre sembrato grandissimo il Riccardo di Lecco... però è una questione di gusti.
Messner di persona, a dichiarazioni, come ho detto all'inizio lo trovo greve come la sua pettinatura. Troppo perentorio, troppo tetesco... sono sensazioni personali.
Poi forse il Messner che preferisco è quello dei primi anni in Dolomiti, delle solitarione, ecc. Forse perchè quelle pareti le ho viste e salite e perchè mi è chiaro cosa volesse dire fare quele robe lì.
In Himalaya son stato solo a fare il merendone, inciampo nei ramponi, di alta quota non capisco una cippa... intorno agli 8000 c'è un gran troiaio che mi piace poco, ci vuole il grano, gli sponsor e le pippe.
Non è che esci di casa col tuo zaino e vai... libero come l'aria, che è quello che mi piace.
Il capo (Gogna) è stato bravo e tosto ma si è dato una calmata quasi subito. Ha preferito giocare con noi del circo a divertirsi ad arrampicare al sole. Quando io l'ho conosciuto e frequentato si era già rotto le balle ed era più interessato ad inventare l'arrampicata degli anni '80. Bello no?
Chiarisco.
Davvero considero Messner un alpinista con le contropalle.
Io conosco alcune delle sue salite dolomitiche, sul cui livello e sulla cui bellezza davvero non si può discutere.
In scarponi da solo sulle placconate della Marmolada di Rocca... E in alto, sul vago spigolo fessurato terminale...
Beh, avercene.
Invece l'himalaysmo non mi ha mai attirato. Però ha spostato avanti il livello anche là.
Come uomo di comunicazione e di cultura inevitabilmente si è dovuto adattare a compromessi, che possono non piacere [e a me personalmente non piacciono].
Il problema - di non facile soluzione - è che in montagna, per guadagnarsi da vivere, l'agricoltura non funziona più, l'artigianato old style tira solo per il turismo e l'industria solo se micro e di alta qualità.
Credo che Messner abbia sposato quella linea di sviluppo delle terre alte che passa per il raffrorzamento dei flussi turistici.
Montagne di plastica [rigorosamente in pet, da cui @evizzima].
Ci sono altri modi - sostenibili - per pensare future economie di montagna che garantiscano ai locali di viverci e siano rispettose del contesto naturale e culturale?
Non lo so.
Certo che lo spostarsi dell'economia globale verso la creazione di un mercato internazionale [con conseguente aumento degli squilibri interni ai Paesi] e gli scompensi ambientali legati all'eccesso di popolazione mondiale, ai processi di progressiva urbanizzazione, alla riduzione della copertura nevosa in alto non mi fanno presagire niente di particolarmente interessante per il futuro.
A fronte delle altoatesine montagne da cartolina, ho in mente l'abbandono antropico quasi totale delle zone dalle quali provengo [Carnia].
Credo che il futuro sarà questo.
Poi come Messner possa conciliare dentro di sé l'alpinismo di rinuncia con la linea di sviluppo che propugna...
Boh...
Forse è inevitabile che con l'età l'adesione ai personali, ferrei principi morali sposato in gioventù si allenti.
Alla fine forse Gogna si è divertito e si sta divertendo di più.
I miei confusi 2 cent.
PS - Spero di tornare ad arrampicare anch'io, prima o poi.
"Ci sono altri modi - sostenibili - per pensare future economie di montagna che garantiscano ai locali di viverci e siano rispettose del contesto naturale e culturale?"
Mi risulta che le valli dolomitiche siano gia' abbastanza ricche; piu' l'alto adige e meno il bellunese.
Ma perche' le dolomiti sono state nominate patrimonio UNESCO? Lo scopo e' la loro conservazione o il loro sfruttamento turistico?
Le dolomiti erano gia' favolose nonche' molto frequentate turisticamente senza il bisogno di alcun riconoscimento ufficiale.
Comunque, delle contraddizioni di Messner non sono stato il solo ad accorgersene. Messner dichiara di non volere infrastrutture in alta montagna e dopo qualche hanno vi costruisce musei. Un tipo lo definisce "faccendiere".