una via ever-GREEN, (nel doppio senso del termine...) che sconta un triste destino di decadenza.
Fino agli anni '80 pare fosse una classica più o meno "obbligatoria", sul cui penultimo tiro era d'uso comune
staccare dall'imbrago la staffa.
Io l'ho percorsa per la prima volta nel '92 e ricordo ancora la soddisfazione personale derivante dall'uscire pressochè in vetta.
In particolare mi aveva impressionato l'ambiente in cui si muove la seconda parte della via,
una sorta di anfiteatro sospeso sopra alla fascia di grandi strapiombi
che Mario Dell'Oro e compagni nel '34 avevan superati con "occhio" ed astuzia.
E' questo il tratto dove, dalla base della parete (ancora oggi che la conosco e bene),
è sempre un bell'esercizio riuscire a riconoscere con precisione dove si passa.
Pare l'abbiano volutamente esclusa dal progetto di "sistemazione" preservandola come "terreno d'avventura"...
L'avventura non è certo quella di un terreno vergine quanto a chiodatura, che risulta abbondante (seppur datata) nei tiri duri,
e men che meno quanto a roccia, che nei medesimi tiri risente dell'usura di tempi andati.
Forse avventurosa è l'esperienza di imbattersi in tratti, quelli "facili",
dove l'erba e la terra divengono spesso appigli ed appoggi (la vera arrampicata naturale?)
e i meno avvezzi al genere possono ricavare un'impressione di "via di m...."
Io, amandola particolarmente, non riesco neanche a dirlo, anzi:
da quella prima volta mi ritrovo a percorrerla mediamente ogni 2 anni.
L'ingaggio, per una schiappa come me, deriva dal riuscire in libera sui tiri duri,
dove la rotpunkt (specie sull'ultima fessura con chiodi in parte ancora originali!) non è mai scontata.
Il pericolo maggiore, peraltro comune a tutta "la Medale" ma qui più sentito, è quello di scottarsi con la ruta,
una pianta urticante che dà il meglio di sè intorno a maggio/giugno, anche se di recente l'ho vista far danni
anche molto più avanti...
Non son più le stagioni di una volta!
la Boga al Medale: una reietta dunque?
...come una bella addormentata
la cui bellezza rischia di rimaner celata
per via di incolte fronde che - ahimè -, di tanto in tanto,
cavalieri d'altri tempi degnansi di scostare...
Romanticherie a parte, mi chiedevo appunto: quanti sul forum gli "spasimanti" che la frequentano ancora?
E, a tal proposito, il falcetto o le cesoie per la "tosatura" li portate con voi?
N.B. Per gli eventuali "novizi" interessati è bene suggerire di tener sempre alta la soglia di attenzione,
vuoi per la ricerca della via (specie nei tratti più verdi dove i pochi chiodi sono "mimetizzati"),
vuoi per il rischio concreto che appigli (magari patinati ma non necessariamente saldi) o terrazzini stanchi si "lascino andare"...