Quando si cade, in scalata libera, è regola non scritta sfilare la corda e ripartire dal basso, anche se non si ha voglia, anche se si è più stanchi di prima, anche se tutti i “se” caricano la testa e la ragione: la forza di farlo è già un immenso premio.
Un brano di Fabio Palma che trovo sempre più vero: sfilare quella corda, dopo che hai affrontato fatiche e ansie per portarla in catena è l’ultima cosa che vorresti fare, una volta sceso, e sicuramente è una difficoltà maggiore di quelle della via salita. Eppure sono sempre più convinto che sia l’essenza della scalata, più ancora delle salite a vista: riprovare una via appena salita vuol dire non soltanto affrontare la fatica e le difficoltà, come in ogni altro sport, ma anche provare di nuovo le paure irrazionali del volo e quella dell’entrare in un territorio non conosciuto: vuol dire tornare a immergersi nelle proprie paure, appena si è riusciti ad uscirne.
Avevo conservato questo brano perché mi era molo piaciuto, e quando Domenica ho ricominciato ad allenarmi in falesia cercando di seguire il metodo suggerito da Jolly, e cioè quello di privilegiare un secondo giro su una via, piuttosto che provare un'altra, e mi è tornato in mente.
E voi: soffrite anche voi il pensiero, appena scesi di dover tornare su? Vi arrendete al giro con la corda dall'alto? Ma soprattutto lo trovate utile?