Sostanzialmente si parla della necessità di preservare la nostra storia verticale più recente dall'oblio, ed in particolare i luoghi che hanno visto le gesta dei cavalieri degli anni settanta e ottanta.
Cito: "Come poter salvaguardare e valorizzare queste realtà, riportandole agli splendori di un tempo?"
Per me, se posso dare il mio modesto contributo, il recupero della memoria non passa evidentemente da alcun restauro conservativo delle vecchie vie con i materiali moderni, ma è un recupero che passa attraverso l'immaginario. Una soluzione c'è, senza toccare nulla a livello pratico, ed è quella che voi, che siete stati i protagonisti di quel tempo, raccontiate, comunicate, rendiate in qualche modo partecipi le nuove generazioni di quello che avete vissuto. Cioè rivestiate i luoghi di una carica mitologica, perdonate il temine, di cui adesso difettano. Solo così essi verranno preservati dall'oblio, solo così qualcuno potrà andare al Monte Morra o al Circeo e dire, ecco, qui è successo quello, su quel passaggio tizio fece così per passare ecc ecc. In questo modo anche io, che sono nordico, avrò voglia di andare a vedere come è fatto questo famoso Monte Morra cosa che, francamente, adesso non è tra le mie priorità.
Molte vie vecchie delle Alpi non sono oggettivamente belle. Ma hanno una tale carica mitologica che tutti le vogliono fare. Ecco, voi dovete dare ai vostri luoghi e, aggiungo, tutti quelli del mezzogiorno, quel pizzico che manca per assicurarli all'eternità



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