La bellezza della Montagna.

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

La bellezza della Montagna.

Messaggioda savsav » ven mar 23, 2007 11:56 am

Scorrendo la letteratura alpinistica si puo' fare una facile osservazione: le strutture della montagna non sono amate e godute nella loro forma quando sono affrontate direttamente.
I canaloni ghiacciati, i profondi camini, le "grandi pareti levigate" appaiono belli finche' sono ammirati da una certa distanza.
Raramente possiamo leggere descrizioni appassionate delle minute strutture che permettono il proseguimento della scalata.Chi ama mettersi in vista attraverso il racconto delle proprie imprese, anche se non arriva alle definizioni limite di "placca liscia" e di "strapiombo quasi insuperabile" si tiene almeno a termini che stanno fra il disprezzo e la maledizione.
I monti, cioe', che visti da lontano appaiono belli e desiderabili, affrontati da vicino perdono ogni aspetto gradevole, e sembrano diventare nemici infidi o, addirittura, trappole mortali.
Io invece amo profondamente i generosi appigli a cui ogni giorno noi alpinisti affidiamo fiduciosi la vita; mi appoggio con soddisfazione alle pareti, magari viscide o bagnate, dei profondi camini; incastro volentieri la mia spalla o il mio fianco nelle fessure cosidette svasate o "troppo strette"; la struttura rocciosa osservata di passo in passo, mi appare come un disegno fantastico: certamente il piu' bello che mi sara' permesso di godere; ogni rilievo della roccia e' una scultura che--a differenza dell'opera d'arte formale e banale--invita la tua fantasia e la tua intelligenza e propone un'azione conseguente.
La mia Montagna, in tal modo, diventa la realizzazione di un sogno antico dell'uomo: scoprire un rapporto non puramente concettuale con la struttura del mondo che lo circonda.

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Messaggioda Roberto » ven mar 23, 2007 12:06 pm

Mi sembra un po semplicistico parlare di "bellezza" in questi termini. La bellezza può essere anche repulsiva.
Alla base di una placca liscia e temibile, la fifa di salirla non è detto che escludi il piacere visivo, l' apprezzamento estetico.
Così mentre sei incastrato brutalmente in una fessura/camino granitica e perfetta, forse maledici la difficoltà e la rudezza dei movimenti, ma puoi sempre apprezzare le linee eleganti e parallele.
Su ElCapitan (visto che se ne parla in un altro topic), la bellezza sconvolgente della parete è innegabile, sei affascinato da sotto, ma anche quando ne sei "avolto" e coinvolto, cosa che spesso non è propriamente piacevole. Il suo fascino non vacilla affatto e la meraviglia per tanta bellezza della natura resta intatta, anche se stai stringendo le chiappe dalla fifa e maledici il giorno che hai decisa di salirci.
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Messaggioda najaru » ven mar 23, 2007 12:14 pm

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Messaggioda Fokozzone » ven mar 23, 2007 13:56 pm

Le corbusier parla dell' architettura come un' arte della memoria, perché non si può cogliere tutta l' opera architettonica in un unico momento, ma si riesce a vederla girandole attorno, in mezzo etc etc.
La salita in parete va dunque integrata con il ricordo delle varie immagini. E la vista da lontano, più immediata e onnicomprensiva si sposa bene con la salita in cui si apprezzano bene i particolari di un' architettura "vissuta". Anche se certi elettrodomestici come i "frigoriferi" :wink: spesso ci sembrano antipatici e repulsivi.
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Messaggioda Davide62 » ven mar 23, 2007 18:49 pm

E' anche una questione di prospettive, ma la mia è un'osservazione superficiale, nel senso che da lontano le vediamo nella loro interezza.
Da sotto, o addirittura da dentro le linee, prima svettanti, appaiono schiacciate, si perdono completamente le proporzioni......e anche noi siamo diversi in quei momenti.
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