savsav ha scritto:La quota IGM e' la vetta tra la Punta Civetta e la cima principale della Civetta,quindi si trova nella sua cresta Nord.A chiamarla "vetta" e' forse un po' esagerato,si tratta piuttosto di un tratto orizzontale di cresta,lungo circa 40mt.,che si sviluppa ad angolo retto rispetto all'imponente muraglia dei precipizi Nord-Ovest della Civetta, suggerendo in tal modo allo spettatore,a causa della prospettiva,l'impressione di una vetta.
Gia' quando cominciai ad arrampicare,circa 5 anni fa',sentivo una profonda avversione per le scalate in artificiale.Mi sembrava assurdo che cordate faticassero a volte per delle ore,per alzarsi poi trenta metri.In fondo,questa avversione mi e' rimasta tuttora -anche se in misura fortemente ridotta- perche' so' troppo bene che nelle scalate di oggi non e' possibile fare a meno di una notevole abilita' anche in arrampicata con mezzi artificiali;un passaggio di A3 non e' poi tanto facile.Comunque, non ho mai stretto una vera amicizia con quel tipo di arrampicata.Invece,gia' allora, sognavo di poter una volta realizzare un'impresa,che desse nuove glorie e nuova reputazione all'arrampicata libera,oramai in certi ambienti addirittura messa al bando.Negli anni successivi ci entusiasmammo sempre di piu' all'idea che l'alpinismo moderno dovesse ricevere un forte impulso dall'arrampicata libera.Non ho alcun dubbio che queste parole incontreranno la piu' accanita opposizione precisamente in quegli ambienti alpinistici che persistono nel sognare un'aurea di chiodi ad espansione.Con la quota IGM volevamo dare una prova ed una dimostrazione di tutto cio'.
Walter Philipp, in Der Berkamerad 8 maggio 1963.
le falesie nate in quota devono ringraziare personaggi come questi..
dalle lorom idee si e' imbrogliato su all'alpe..
io mi dissocio,sono altri i veri valori ..
bnotte
