poi rincasato, in cesso è d'uopo la lettura dell'editoriale di agd, forse la principale ragione per la quale continuo ad acquistare la rivista: raramente concordo, spesso mi fa incazzare, ma quasi sempre vale la pena leggere quelle righe.
bene; il suddetto editoriale si conclude con un pensiero già espresso da molti qui e su FV, pensiero peraltro contestato da moltissimi.
mah...
adesso si esprime in tal senso pure una "firma" solitamente apprezzata da chi sempre valuta (per me acriticamente) in modo positivo TUTTE le nuove creazioni sarcoidee.
boh...
sono curioso di leggere altrui commenti.
NB: a scanso di equivoci, ripeto che per quanto mi riguarda, conosco bene le capacità arrampicatorie ed alpinistiche di chi è oggetto di critica e non mi sono mai permesso di dire che tutte le sue vie arcensi facciano schifo, anzi!
quello che ho sempre sostenuto è che gli eccessi del soggetto non siano pochi e che complessivamente la loro sommatoria non sia più nè alpinismo, nè arrampicata sportiva, ma una perversa e corale bruttura.
...
Ora l'infezione si è propagata in zona Arco ed è uscita dalla nicchia dei monotiri per sbarcare sul multipitch []. C'è un gruppo di "chiodatori", e vi prego di comprendere il senso profondo di queste virgolette, che sotto la 'guida" di tale Heinz Grill stanno rovinando chilometri di roccia nel fondovalle del Sarca (Arco): tracciano multipitch seriali, scavando appigli a go go dove le difficoltà supererebbero il 6b, disboscano, costruiscono muri di legno paramassi in piena parete, insomma banalizzano intere porzioni di roccia con un dichiarato intento: "sembrava importante, nella creazione degli itinerarì, prestare attenzione che tutti i passaggi fossero svolti armonicamente e coerentemente. Alcune zone boscose del percorso sono state disboscate e gli alberi utilizzati per il consolidamento della cengia terrosa e sono stati fatti alcuni gradini. Altresì alcune soste sono state fissate meglio con l'ausilio di rami posti trasversalmente sia per rendere possibile una sosta più comoda che per proteggere il passaggio da possibili distacchi di rocce e pietrisco. Attraverso quest'opera di ingegno le zone di roccia si collegano meglio con le cenge boscose; nella ripetizione delle vie gli eventuali fruitori sono perciò pregati di non arrecare danno a questi piccoli lavori di collegamento."
A parte il rischio estremo che si verificherà quando la natura si libererà senza avvisare del legno marcito carico di sassi in bilico a metà parete e a parte i danni irreversibili degli scavi, ci rendiamo conto che é la morte stessa dell'arrampicata? "L'arrampicata ritmica", come la chiamano loro, altro non é che la banalizzazione della nostra attività, lo svuotamento dal rischio di sconfitta, l'appiattimento della verticale al livello dell'andare al cinema, del fare una corsa su un percorso vita. E in nome di questo rovinano la roccia e i boschi che ci crescono in mezzo.
parleremo ancora, ma per intanto sappiate che questo Grill é stato proposto (da già membri) come nuovo membro del Club Accademico Italiano, l'elite degli alpinisti italiani, quella che dovrebbe preservare la memoria e l'etica dell'alpinismo. Complimenti vivissimi.
Andrea Gennari Daneri