da Falco5x » lun ott 27, 2008 9:32 am
Non posso non scrivere un pensiero a proposito della scuola superiore di telecomiunicazioni che ho frequentato per un anno nel lontano '78 come ingegnere neoassunto in SIP.
La SSGRR era una scuola di perfezionalemte post universitario che offriva servizi di aggiornamento e istruzione ai dipendenti delle aziende che ne volevano usufruire, fiore all'occhiello del gruppo STET nel campo della ricerca.
Non posso non ricordare quell'anno passato a l'Aquila, e un pensiero affettuoso va ai miei compagni di corso e in particolare al buon ammiraglio Gladi, un anziano militare in pensione assunto dalla scuola con funzione di nonno-animatore, un punto di riferimento per noi ragazzi un po' spaesati arrivati lì da tutta Italia per viverci un anno come in un'accademia, in un college.
Allora la telecomunicazioni in Italia si identificavano praticamente soltanto col gruppo STET e in particolare con la SIP, attorno alla quale viveva e proliferava un indotto di piccole e grandi aziende manifatturiere, e gli investimenti nel settore erano colossali.
Tutto ciò significava opulenza e futuro per il nostro Paese.
Poi è successo qualcosa che ha inceppato quel virtuoso meccanismo. La SIP divenuta Telecom ha iniziato a sbagliare qualche scelta, a non ragionare più con la stessa lucidità di un tempo, pressata da una concorrenza selvaggia e sregolata e da un'opinione pubblica avversa. E il colpo di grazia è venuto da scelte politiche sciagurate che hanno finito per favorire gruppi dirigenti sempre più orientati al ritorno economico speculativo e immediato che ne hanno causato un progressivo e irreversibile indebitamento.
E quando in casa si è pieni di debiti e non ci sono soldi neanche per mangiare è difficile che si investa nella cultura, nei libri e nella ricerca. Così adesso la SSGRR chiude, e io non conosco le ragioni di ciò anche se le posso intuire.
Mi sembra un po' una metafora e un'anticipazione di ciò che accade anche nel Paese riguardo alla scuola e all'università, storia di questi giorni, che prefigura un futuro nero per la ricerca.
Qui da noi ormai le parole "ricerca" e "futuro" non sono compatibili tra loro, direbbe il comico Albanese. Però adesso non c'è tanto da ridere purtroppo: nella gestione pubblica la ricerca è vista proprio come la cultura quando mancano i soldi per mangiare, e in qualsiasi miope gestione privata è vista come un investimento a così lungo termine da apparire subordinato a speculazioni molto più redditizie e immediate. La rapacità ha sostituito la lungimiranza a ogni livello, insomma.
Sono dunque solidale con tutti i dipendenti della SSGRR e con tutti coloro che in questo Paese vorrebbero dedicarsi a quelle attività del pensiero e della conoscenza che ci renderebbero diversi dalle bestie se la consuetudine alla rapina e al tornaconto non ci avesse ormai imbarbarito in modo forse irreversibile.
Chuck Norris ha contato fino a infinito. Due volte.