da simon » dom feb 01, 2004 0:38 am
da Zio Vare » dom feb 01, 2004 0:40 am
simon ha scritto:piuttosto che chiamare il 118 per farmi venire a prendere, giuro che muoio lì
da simon » dom feb 01, 2004 1:14 am
Zio Vare ha scritto:Tu sì che sei davvero un capo! Uno che la vede lunga!!
da Roberto » dom feb 01, 2004 9:43 am
Il tuo paragone con la grande guerra è "parecchio eccessivo", ma non hai torto: oggi si sminuisce un po tutto, alpinismo compreso.simon ha scritto:Zio Vare ha scritto:Tu sì che sei davvero un capo! Uno che la vede lunga!!
tu pensi che io scherzi?
90 anni fa, durante la grande guerra, l'imperativo che ogni soldato doveva avere era: morire piuttosto che arrendersi e andare prigioniero.
adesso siamo all'estremo opposto, e l'imperativo è così rivisto: se solo vedete lontanamente la possibilità di morire, non esitate a telefonare, arrendervi, umiliarvi.
dite che l'alpinismo non è una guerra? che è uno sport come un'altro? che uno si appende a 700 mt da terra come il suo vicino di casa gioca a basket, è solo questione di gusti?
pensate che sia un gioco, una finta, dove appena le cose iniziano a prendere una brutta piega potete dire STOP e tornarvene a casa come se nulla fosse?
sai qual'è il nostro problema di alpinisti del giorno d'oggi? siamo convinti che i tempi siano cambiati, che oggi è tutto addomesticato, tutto per finta.
Invece frequentiamo ambienti dove la natura, ogni tanto, a qualcuno di noi, si incarica di far capire che invece è sempre una guerra, vera.
da Buzz » dom feb 01, 2004 11:21 am
da Roberto » dom feb 01, 2004 11:48 am
Le solitarie sono solitarie perché sei solo, i rischi dell'ambiente aumentano il livello della solitaria, ma anche solitarie su pareti sotto i 4000 o dove il cell. prende, restano importanti a secondo del tipo di via.Buzz ha scritto:Non sono d'accordo con Simon su praticamente nulla.
Né con le premesse né con le conseguenze.
Il concetto di guerra riportato ad una attività come l'alpinismo mi fa pena.
Il concetto "imperativo" di "non arrendersi" mi ispira un misto di ridicolo e di pateticità.
Sono talmente lontano da queste parole che anche su quelle cose che estrapolate potrebbero anche essere condivise non mi sento nemmeno di rapportarmici.
.........
Io nel mio intervento volevo solo far rimarcare una cosa.
Che nel novero delle "solitarie" in ambiente, oggi, credo che dovremmo considerare realmente tali, solo quelle in cui veramente si tagliano i ponti con le possibilità di essere aiutati.
Quelle in altaquota dove i soccorsi non possono raggiungerti.
Quelle in cui nessuno sa dove sei.
Quelle in cui il telefono non prende, non te lo porti e nessuno ti guarda o ti aspetta.
Insomma, non è che con questo voglio sminuire altre solitarie.
Però se mi stanno guardando col binocolo e posso far segnali di soccorso, un "leggero" cambiamento c'è.
Se ho il telefono e posso chiamare, un "leggero" cambiamento c'è.
Se mi aspettano alle 17 e alle 21 danno l'allarme e mi vengono a cercare, un "leggero" cambiamento c'è.
Penso che siamo tutti d'accordo, su questo.
Ovvero che la situazione REALE di isolamento cambia la percezione delle cose e che aumenta considerevolmente il "valore alpinistico" di ciò che si sta facendo.
(ho messo questo 3d nel forum "alpinismo, grandi montagne" non a caso. Mi riferisco alle solitarie in ambiente, non a quelle su grandi pareti tipo yosemite... per fare un esempio)
da beppe » dom feb 01, 2004 12:01 pm
Buzz ha scritto:Non sono d'accordo con Simon su praticamente nulla.
Né con le premesse né con le conseguenze.
Il concetto di guerra riportato ad una attività come l'alpinismo mi fa pena.
Il concetto "imperativo" di "non arrendersi" mi ispira un misto di ridicolo e di pateticità.
Sono talmente lontano da queste parole che anche su quelle cose che estrapolate potrebbero anche essere condivise non mi sento nemmeno di rapportarmici.
.........
Io nel mio intervento volevo solo far rimarcare una cosa.
Che nel novero delle "solitarie" in ambiente, oggi, credo che dovremmo considerare realmente tali, solo quelle in cui veramente si tagliano i ponti con le possibilità di essere aiutati.
Quelle in altaquota dove i soccorsi non possono raggiungerti.
Quelle in cui nessuno sa dove sei.
Quelle in cui il telefono non prende, non te lo porti e nessuno ti guarda o ti aspetta.
Insomma, non è che con questo voglio sminuire altre solitarie.
Però se mi stanno guardando col binocolo e posso far segnali di soccorso, un "leggero" cambiamento c'è.
Se ho il telefono e posso chiamare, un "leggero" cambiamento c'è.
Se mi aspettano alle 17 e alle 21 danno l'allarme e mi vengono a cercare, un "leggero" cambiamento c'è.
Penso che siamo tutti d'accordo, su questo.
Ovvero che la situazione REALE di isolamento cambia la percezione delle cose e che aumenta considerevolmente il "valore alpinistico" di ciò che si sta facendo.
(ho messo questo 3d nel forum "alpinismo, grandi montagne" non a caso. Mi riferisco alle solitarie in ambiente, non a quelle su grandi pareti tipo yosemite... per fare un esempio)
da Davide62 » dom feb 01, 2004 14:13 pm
da Buzz » dom feb 01, 2004 15:37 pm
Roberto ha scritto:Le solitarie sono solitarie perché sei solo, i rischi dell'ambiente aumentano il livello della solitaria, ma anche solitarie su pareti sotto i 4000 o dove il cell. prende, restano importanti a secondo del tipo di via.Buzz ha scritto:Non sono d'accordo con Simon su praticamente nulla.
Né con le premesse né con le conseguenze.
Il concetto di guerra riportato ad una attività come l'alpinismo mi fa pena.
Il concetto "imperativo" di "non arrendersi" mi ispira un misto di ridicolo e di pateticità.
Sono talmente lontano da queste parole che anche su quelle cose che estrapolate potrebbero anche essere condivise non mi sento nemmeno di rapportarmici.
.........
Io nel mio intervento volevo solo far rimarcare una cosa.
Che nel novero delle "solitarie" in ambiente, oggi, credo che dovremmo considerare realmente tali, solo quelle in cui veramente si tagliano i ponti con le possibilità di essere aiutati.
Quelle in altaquota dove i soccorsi non possono raggiungerti.
Quelle in cui nessuno sa dove sei.
Quelle in cui il telefono non prende, non te lo porti e nessuno ti guarda o ti aspetta.
Insomma, non è che con questo voglio sminuire altre solitarie.
Però se mi stanno guardando col binocolo e posso far segnali di soccorso, un "leggero" cambiamento c'è.
Se ho il telefono e posso chiamare, un "leggero" cambiamento c'è.
Se mi aspettano alle 17 e alle 21 danno l'allarme e mi vengono a cercare, un "leggero" cambiamento c'è.
Penso che siamo tutti d'accordo, su questo.
Ovvero che la situazione REALE di isolamento cambia la percezione delle cose e che aumenta considerevolmente il "valore alpinistico" di ciò che si sta facendo.
(ho messo questo 3d nel forum "alpinismo, grandi montagne" non a caso. Mi riferisco alle solitarie in ambiente, non a quelle su grandi pareti tipo yosemite... per fare un esempio)
Se fai una solitaria dura e pericolosa su una parete dove il cell prende, è una grande solitaria, mentre se ne fai una facile su una parete lontana ed in quota... è di minore importanza.
Non cominciamo a sminuire le cose a secondo i gusti personali!
Sul Capitan, che porti ad esempio, fare una solitaria è una grande cosa, per la fatica inenarrabile e le difficoltà tecniche (varia molto a seconda della via), ma il cell. prende e basta che urli un po e vengono aprenderti con l'elicottero... è una "calla" per questo? Tu stesso la porti ead esempio !
da Zio Vare » dom feb 01, 2004 15:53 pm
simon ha scritto:tu pensi che io scherzi?
90 anni fa, durante la grande guerra, l'imperativo che ogni soldato doveva avere era: morire piuttosto che arrendersi e andare prigioniero
Non sono d'accordo con Simon su praticamente nulla.
Né con le premesse né con le conseguenze.
Il concetto di guerra riportato ad una attività come l'alpinismo mi fa pena.
Il concetto "imperativo" di "non arrendersi" mi ispira un misto di ridicolo e di pateticità.
Sono talmente lontano da queste parole che anche su quelle cose che estrapolate potrebbero anche essere condivise non mi sento nemmeno di rapportarmici.
da dags1972 » lun feb 02, 2004 10:21 am
simon ha scritto:
tu pensi che io scherzi?
90 anni fa, durante la grande guerra, l'imperativo che ogni soldato doveva avere era: morire piuttosto che arrendersi e andare prigioniero.
da dags1972 » lun feb 02, 2004 12:09 pm
simon ha scritto:
tu pensi che io scherzi?
90 anni fa, durante la grande guerra, l'imperativo che ogni soldato doveva avere era: morire piuttosto che arrendersi e andare prigioniero.
da simon » lun feb 02, 2004 14:58 pm
da Zio Vare » lun feb 02, 2004 15:11 pm
simon ha scritto:voglio solo dire che la mia equazione era: soldato che va in guerra e si consegna al nemico = alpinista che telefona al soccorso alpino per farsi togliere dalle rogne.
da J&J » lun feb 02, 2004 15:32 pm
simon ha scritto:voglio solo dire che la mia equazione era: soldato che va in guerra e si consegna al nemico = alpinista che telefona al soccorso alpino per farsi togliere dalle rogne.
da dags1972 » lun feb 02, 2004 15:35 pm
J&J ha scritto:simon ha scritto:voglio solo dire che la mia equazione era: soldato che va in guerra e si consegna al nemico = alpinista che telefona al soccorso alpino per farsi togliere dalle rogne.
Se sei stato così pirla da rimanere in braghe di tela allora mi sembra parecchio stupido intestardirsi a non chiamare aiuto. Sempre meglio non infilarsi in certe situazioni...e comunque il telefonino la maggior parte delle volte non prende quindi meglio non farci troppo affidamento.
da Roberto » lun feb 02, 2004 16:10 pm
Mi sono trovato in situazioni molto precarie, dove la voglia di chiamare i soccorso era forte e devo dire mi sono fatto forza per non chiamare, credo semplicemente per orgoglio personale e perchè, si vede che non ero completamente dosperato.simon ha scritto:ecco lo sapevo, molti hanno capito che dicessi "meglio morire che rinunciare" (SCHERZIAMO??)
il guaio dei forum è che nessuno ha il tempo di leggere con attenzione (io per primo), si scorre velocemente leggendo una parola su tre e cercando di estrapolarne il senso.
adesso non ho tempo, ma stasera posto una risposta allo zio e al buon buzz per chiarire il mio pensiero
voglio solo dire che la mia equazione era: soldato che va in guerra e si consegna al nemico = alpinista che telefona al soccorso alpino per farsi togliere dalle rogne. Il tornare a casa coi propri passi per i più svariati motivi NON C'ENTRA, ok?
faccio notare che, nell'equazione sopra, la differanza principale tra soldato del 1916 e alpinista di oggi é che il primo probabilmente in guerra ce lo avevano mandato per forza.
da Buzz » lun feb 02, 2004 16:25 pm
da Roberto » lun feb 02, 2004 16:36 pm
Ma non ho detto: " schiatto ma non chiamo". Se serve serve, non ci sono cazzi. Nel tuo caso e logico che avete chiamato, il servizio c'è, tanto vale utilizzarlo.bepositive ha scritto:Roberto ha scritto:simon ha scritto:voglio solo dire che la mia equazione era: soldato che va in guerra e si consegna al nemico = alpinista che telefona al soccorso alpino per farsi togliere dalle rogne. Il tornare a casa coi propri passi per i più svariati motivi NON C'ENTRA, ok?
Forse è questo che Simon voleva dire, che l'orgoglio alpinistico ha un certo valore, che "sputtanarsi" alla prima distorsione della caviglia è una cazzatta e che, il soccorso potrebbe pure dire: scendi da solo e non rompere!
l'anno scorso, in un giretto per forcelle, il mio amico si è fratturato il piede. è sempre stato uno che la chiamata al soccorso era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. per cui mi son detto 'me lo carico in spalla e pian piano...' invece solo tentare di metterlo seduto gli provocava dolori lungo tutta la gamba. per cui ho ringraziato il cielo di avere un cellulare, che ci fossero altre persone lì per caso (portare una barella gonfiabile giù per un ghiaione anche in sei è stata una epopea), che la nebbia dopo un ora e mezza si sia alzata permettendo all'elicottero di arrivare, e anche che il mio amico nello zaino avesse un telo termico dimenticato lì dalle gite di scialpinismo. garantisco che dopo 5 minuti, anche una frattura a un piede fa tremare come una foglia chiunque, anche sotto il sole di agosto
se capita a te magari l'orgoglio ti tiene su e (ma ne valle la pena?) passi un giorno e in qualche modo ne vieni fuori. se è uno che è li con te, la cosa è diversa... molto diversa...
come diverso è se chiami l'elicottero perchè non sai dove sei, perchè sei in ritardo, o passi la giornata a sbagliar la via e quando viene scuro vai col 118 pensando che in 4 e 4=8 ti vengano a recuperare, quando cioè sapevi da ore che dovevi tornare indietro, e hai preferito forzare, tanto 'al limite ho il cellulare...'
...stai per fare questa cagata quando accendi e incominci a vedere se per caso c'è campo...
da Zio Vare » lun feb 02, 2004 17:45 pm
Roberto ha scritto:ma si è sulle Alpi e, per grazia di dio, il soccorso c'è e bisogna chiamarlo se serve, ma solo se serve!
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