Torno sull'argomento valutazione difficoltà...
Dal sito
http://www.sassbaloss.com/index2.htm
vi riporto questa relazione
valutazione III-IV
sulla guida dei monti d'italia CAI-TCI valutata II!!!!
per chi ci ricorda...quella dove è venuto il rifugista del tuckett preoccupato a prenderci verso sera...
dicendoci che la bravura degli arrampicatori un tempo era nell'aprire vie di un certo livello dichiarandone un altro!!!
come può essere?
il secondo mi sembrò un po' sottistimato...
ma qui addirittura IV e IV+!!!!
non c'è più religione!!!
grazie dell'attenzione
FRANZ
Castelletto Inferiore (spalla Ovest)
Zona Montuosa Dolomiti del Brenta Località di partenza Vallesinella (Madonna di Campiglio)
Quota Partenza 1500 mt. Quota di arrivo 2500 mt.
Dislivello totale +1000 mt Data di uscita 15/06/2003
Ore di salita 4,00 h. Ore di discesa 3,00 h.
Sentieri utilizzati Giudizio sull'escursione Ottima
Sass Balòss presenti Omar, Gölem, Bertoldo Difficoltà III-IV
Condizioni climatiche e dei sentieri
Abbiamo trovato una gran bella giornata, come testimoniano le fotografie scattate.
Sentieri ottimamente tracciati e segnalati dal parcheggio fino al Rif. Tuckett, la zona nella bella stagione è frequentatissima da escursionisti e turisti.
Eventuali pericoli
Nessuno fino al Rif. Tuckett, poi nel tratto di arrampicata è possibile la caduta di pietre nel profondo camino da risalire, dal momento che è usato anche come via di discesa in corda doppia da molti alpinisti.
Presenza di acqua
Fontane alla partenza in località Vallesinella, poi lungo il percorso e ai rif. Casinei e Tuckett.
Punti di appoggio
Rifugio Casinei (1825), a soli 40 minuti dal parcheggio (ottima cucina e ottimi dolci); Rifugio Tuckett (2270), proprio sotto la verticale parete del Castelletto Inferiore.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Corda da 50 metri (noi abbiamo usato una corda da 70 piegata in due), normale dotazione da roccia, non più di 3 rinvii, caschetto.
Caratteristiche dell'escursione
Bell'itinerario (escursionistico il primo tratto, alpinistico il secondo) che da Vallesinella di Madonna di Campiglio (m. 1500 circa) sale fino al Rifugio Tuckett, per poi attaccare la verticale e prospiciente parete sud del Castelletto Inferiore, bella montagna elegante e slanciata che sormonta il rifugio.
L’arrampicata qui proposta percorre grossomodo la via normale al castelletto Inf.: passa sulla faccia sinistra del profondo camino dove risale la normale (la quale sulle guide è classificata come molto semplice, II grado), sono 270 metri (arrivando fino alla vetta). La ho trovata parecchio unta, con appigli levigati e molto esposta, con parecchi passaggi verticali.
La difficoltà potrebbe essere valutabile sul III-IV grado con alcuni brevi passaggi anche più difficili. Questo mi fa sorgere dei dubbi sul fatto che noi abbiamo effettivamente percorso o meno la via normale.
Comunque le soste sono frequenti (a 30-35 metri di distanza) e ben attrezzate con anelli per la calata in corda doppia. Nessuna o quasi protezione intermedia, ci sono comunque un po’ di clessidre e fessure se si vuole proteggere meglio la via.
PERCORSO
Dal parcheggio di Vallesinella si prende il sentiero che conduce ai vari rifugi della Zona (Casinei, Brentei, Tuckett), attraversando il torrente con un ponte in legno, e poi salendo per il bosco con un bel sentiero che sale gradatamente e con un paio di tornanti in poco più di ½ ora conduce al rif. Casinei.
Dal Casinei si segue il sentiero segnalato a sinistra che dapprima in piano nel bosco, poi in leggera salita nei prati (da qui è ben visibile la punta slanciata del Castelletto Inferiore, proprio sopra la piana del Tuckett verso cui stiamo salendo) e poi con alcuni tornanti nei pascoli sassosi e scoscesi si porta sotto il rifugio (anzi, i rifugi, perché sono 2: Tuckett e Sella), per poi raggiungerlo con l’ultimo rettilineo sulle rocce levigate e scanalate dall’antico ghiacciaio (ora ne rimane solo la parte in alto che scende dalla bocca del Tuckett).
Dal rifugio Tuckett è visibile a poche decine di metri la parete verticale del Castelletto, ed osservandola bene è possibile già individuare la via di salita: sulla sinistra della parete, dal ghiaione alla base è visibile un marcato camino che la risale in obliquo da destra a sinistra, la via passa nel camino e raggiunge una grande cengia già visibile dal rifugio, poi il camino prosegue nella stessa direzione obliqua andandosi ad infilare tra la cima del Castelletto e una sua propaggine occidentale (chiamata il figlio del Castelletto, ben separata dal massiccio dal suddetto camino).
Una volta arrivati alla selletta in cima ai camini si dovrà salire un po’ in cresta per poi prendere un’altra cengia (invisibile dal rifugio in basso) più alta della precedente attraversando tutta la parete sud da ovest (sinistra) a est (destra), appena sotto il “naso” (sporgenza rocciosa che si staglia contro il cielo, a forma appunto di naso) da cui si risalirà fino ad arrivare in cresta e poi in vetta.
La salita dalla base alla cima è data dalle guide in ore 1.30-2 (se si sale legati prevedere più tempo).
Una volta osservata la parete si raggiunge in pochi minuti la base del camino sotto la parete, il camino nei primi metri è biforcato ed è molto appoggiato, ben presto si riunisce in un solo impluvio e si fa verticale, si sale su appigli levigati per 35 metri fino ad un anello cementato appena sulla destra nel camino, poi ancora su roccia molto esposta, stando sulla sinistra del camino dopo altri 30-35 metri di roccia unta si raggiunge una sosta con 2 anelli, poi ancora lungo il camino dopo altri 30-35 metri di roccia rotta un po’ meno esposta e più appoggiata un’altra bella sosta sempre con 2 anelli, e poi ancora un tiro facilissimo che poi si spiana raggiungendo il cengione detritico (attenzione a non smuovere i sassi sul ciglio arrivando). Qui contro la parete un’altra sosta comoda.
Dal cengione la via prosegue sempre lungo il camino, sempre sulla faccia di sinistra, subito c’è un tiro verticale ed esposto (piccolo strapiombino), con sosta un po’ scomoda ed aerea su un piccolissimo terrazzino, dopo circa 30 metri, poi ancora si prosegue la salita con partenza delicata subito sopra la sosta (IV+ grado?) e poi rocce più facili ed appigliate fino ad un’ulteriore sosta dopo sempre 30 metri (attenzione nel camino cadono sempre molti sassi, anche smossi dal quelli che si calano lungo il camino)
Da qui l’arrampicata è molto facile e scorrevole, c’è un’altra sosta con poco dopo un’altra ancora (vicinissima, evitabile) ricavata da una grossa clessidra, poi volendo si può proseguire anche in conserva su roccia facile sino alla sella sulla spalla ovest della montagna, dove ci si affaccia a nord.
* Dei tiri di corda che ho citato dalla base della parete fino alla selletta, potrei anche a memoria averne saltato uno o averne citato uno in più; comunque la salita è molto logica lungo il camino e le soste sono ben visibili, tutte su 2 ancoraggi eccetto la prima, e quasi equidistanti tra loro *
Dalla selletta si prosegue lungo la cresta su roccette e tracce di sentierino per pochi minuti giungendo ad un terrazzo panoramicissimo sulla spalla detritica (m. 2500 circa), proprio sotto alla parete terminale che va in vetta, circa 100 metri più in alto (2601 metri).
Sotto, invece, a perpendicolo, è visibile il tetto del rifugio Tuckett, a Est la bellissima forma “a vela” della Cima Sella.
La mia arrampicata è terminata qui, vista l’ora tarda (ci abbiamo messo molto ma molto più tempo del previsto) e il tempo un po’ incerto, questo punto panoramico è già di per se un possibile arrivo, ma se non ci si accontenta e si ha tempo si può continuare lungo la via normale.
Cito dalla relazione in mio possesso:
Dalla spalla Ovest raggiunta è ben visibile la traccia di sentiero che va sulla stretta cengetta che taglia la parete, la si segue attraversandola quasi tutta con percorso molto esposto, poi arrivati nella parte est della montagna, dove la parete si fa più gradinata, dopo uno spigolo si abbandona la cengia salendo per ripidi gradini andando un po’ a destra verso il grande “naso” sporgente sul margine destro della parete, per una cengetta si traversa a destra fin sotto il “naso” e prima di esso, con un piccolo camino si va a sinistra su rocce gradinate. Si raggiunge salendo ancora un po’ a destra la marcata spalla Est sulla cresta che va in vetta. Dalla spalla il sentierino prosegue in cresta fino alla vetta.
DISCESA
La discesa può avvenire:
1. Dalla vetta con 3 o 4 doppie a nord (ci sono degli anelli per la calata) fino al ghiaione alla base della parete nord (poi per il resto della discesa vedi il punto 3.)
2. Ripercorrendo al contrario la via normale calandosi per i camini sotto la spalla Ovest (sconsigliabile).
3. Dalla spalla Ovest seguire la traccia con ometti che va a nord inizialmente su pietraia, poi su ghiaione scosceso, poi si fiancheggia un gruppo di enormi massi, andando ancora a nord seguendo gli ometti dopo un po’ la traccia va a sinistra iniziando a perdere quota scendendo tra roccette, arrivando quasi alla parete del torrione di Vallesinella, poi la traccia scende ancora e si congiunge al sentiero battuto che viene dal Rif. Graffer e riporta al rif. Tuckett.
Note
CONSIGLIO PER LA DISCESA
Una volta ridiscesi fino al rif. Casinei, allungando la discesa di soli 30 minuti, è possibile passare dalla Cascate Alte di Vallesinella: dal Casinei seguire le indicazioni ad est per le Cascate Alte, un sentierino porta nel bosco, e a un bivio una segnalazione rimanda nuovamente ad ovest, raggiungendo le cascate. Si tratta di cascate carsiche, l’acqua, molto abbondante, esce da più punti direttamente dalla roccia, compiendo più salti su rocce e muschi, il sentiero con numerosi ponti passa sulle cascate che si congiungono, e ne ridiscende il corso. E’ un piacere (ed è anche molto rinfrescante) osservarle percorrendo il sentiero, che in breve riconduce al parcheggio.
Commenti vari
E’ stata la prima via che abbiamo fatto in ambiente, quasi tutti completamente a digiuno di arrampicata in montagna.
Non abbiamo raggiunto al cima ma siamo comunque rimasti soddisfatti, ci sarà comunque un altro tentativo al Castelletto Inferiore, magari per la Via Kiene…
Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
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