07-09-1957

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda savsav » mer feb 28, 2007 11:18 am

CIVETTA.
Punta Tissi.
Parete nord ovest.
Diedro PHILIPP.
Walter Philipp e Dieter Flamm-5/7 SETTEMBRE 1957.
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Difficolta':6° A2
Materiale usato dagli apritori:44 chiodi oltre a 43 chiodi per le soste.
Prima ripetizione:Claudio Barbier ed Ernst Steger.
prima solitaria:Reinhold Messner 2 agosto 1969 in 7 ore.
Prima invernale:Crimella,Fabbrica,Rusconi G. e Tessari
Prima invernale solitaria:Lorenzo Massarotto nel 1988 in 3 giorni e mezzo.

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Messaggioda AlpineMan® » mer feb 28, 2007 22:33 pm

savsav ha scritto:CIVETTA.
Punta Tissi.
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Diedro PHILIPP.
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finalmente sav posti qualcosa di interessante per l'alpe.

bravo continua cosi..forse il dio dell'arrampicata ti perdonera' per gli errori fatti in passato..
:?
...il moderno uccide l'alpinismo classico...
........io resto nel passato!!!

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Messaggioda Siloga66 » gio mar 01, 2007 1:11 am

8O Madonna quanto è invecchiato il buon Reinhold.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
Ma i tedeschi son fighi lo stesso.
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Messaggioda Picchio » gio mar 01, 2007 1:31 am

Toh ne parlano anche sull'ultimo numero de Lo Scarpone...
Savsav sei arrivato in ritardo :twisted:
"Ma che dici ,allora perchè non vietare i ciclisti i motociclisti gli automobbilisti gli ecsursionisti i camioni e più ne più ne metta , col quelli l'ambulanza viene pure e la paghi pure"
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Messaggioda savsav » gio mar 01, 2007 10:51 am

Picchio ha scritto:Toh ne parlano anche sull'ultimo numero de Lo Scarpone...
Savsav sei arrivato in ritardo :twisted:


:o
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Messaggioda savsav » gio mar 01, 2007 12:30 pm

Trascorso il Natale a casa, eravamo partiti in tre da Ferrara, senza grandi velleità, ma con la roba da arrampicata nello zaino, a Falcade avevamo recuperato un quarto amico ed eravamo saliti al rifugio Sonino al Coldai con l'intenzione di trascorrervi due notti.
Appena entrati capimmo che c'erano già altri ospiti che, probabilmente, in quel momento erano fuori ad arrampicare o per qualche escursione.
Non sapendo quanti fossero, non potemmo sistemarci e ci apprestammo ad attendere il loro rientro per capire come poterci sistemare nelle brande.
Ma gli alpinisti sono abbastanza imprevedibili e scese il buio prima del loro arrivo: del resto le giornate a fine dicembre sono assai brevi e c'era anche la possibilità che fossero impegnati in scalata e non rientrassero nemmeno al bivacco.
Non ci preoccupammo più di tanto e facemmo le nostre cose tranquillamente; avremmo deciso all'ultimo come sistemarci per la notte, se necessario, anche per terra.
Mentre già stavamo mangiando l'immancabile minestra di fagioli, ecco arrivare rumore di passi ramponati e la porta aprirsi. Entrarono in tre e non impiegammo molto a capire che non parlavano italiano e che erano venuti a raccogliere le cose lasciate al bivacco per rientrare a valle.
Pensammo che fossero arrivati uno o due giorni prima ed avessero già portato a termine il loro progetto, ma non potemmo avere conferma alcuna per via della lingua.
Fecero in fretta e si apprestarono ad uscire facendo un cenno di saluto.
Fu allora che mi accorsi che uno di loro aveva dimenticato la lampada frontale attaccata al montante della brandina. La presi e gliela allungai, ma vidi che mi guardava dando l'idea di non capire.
«Hai dimenticato la lampada» dissi, sapendo bene che non sarei stato capito, ma il gesto di porgergli l'oggetto era sufficientemente eloquente. Non capivo perchè fosse restio a prenderla e nemmeno come avesse potuto dimenticarsela, visto che fuori era già buio pesto.
Alla fine allungò la mano, prese la frontale e uscì dietro agli altri brontolando qualcosa d'incomprensibile.
Tornò il silenzio nel bivacco, oramai ?nostro? poiché gli altri ospiti se n'erano andati. Riprendemmo a mangiare tranquilli la nostra minestra di fagioli, mentre la stufa del bivacco continuava a bruciare legna rendendo gradevole la temperatura all'interno del locale.
Non passò molto tempo che sentimmo rumori provenire dall'esterno, poi la porta si aprì ed entrò un alpinista. Lui fu sorpreso di vedere noi, almeno quanto noi fummo sorpresi di vedere lui.
Quando capimmo che era solo, tirammo un sospiro di sollievo: il posto letto era ?salvo? per tutti.
Entrò ed andò a sistemarsi sulla brandina dal montante della quale avevo preso la frontale.
Passò un minuto nel quale lo vedemmo rovistare qua e là ed infine gli sentimmo dire:
«I me gà ciavà la frontale». Fu una fulminazione e capimmo tutto.
Scambiammo uno sguardo furtivo con gli amici, ma nessuno disse nulla.
Tutti realizzammo che uno dei tre alpinisti di lingua tedesca aveva preso la frontale ben sapendo che non era la sua, mentre non gli sarebbe stato difficile far capire che sua non era, evitando così di sottrarla al legittimo proprietario.
Fui mortificato che il mio gesto di cortesia fosse stato usato per compiere un'appropriazione indebita e mi sentii a mia volta responsabile nei confronti del nostro coinquilino, mentre il rancore montava nei confronti dello scorretto troglodita di lingua tedesca.
Per fortuna l'inconveniente fu presto archiviato e la serata trascorse serena fra una chiacchiera e l'altra. Il giorno seguente ognuno di noi riprese i suoi progetti.
Due di noi tentarono una salita invernale a Torre d'Alleghe per la via normale, gli altri due andarono a compiere un'escursione, mentre Lorenzo Massarotto (era lui il nostro coinquilino) riprese le sue ricognizioni per la sua solitaria invernale.
Era la fine di dicembre del 1988.

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Messaggioda savsav » gio mar 01, 2007 13:31 pm

Fuori dal diedro...

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Messaggioda alberto60 » gio mar 01, 2007 16:33 pm

savsav ha scritto:CIVETTA.
Punta Tissi.
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Barbier aveva rinunciato all'apertura perchè durante la scalata il suo compagno rimase ferito e si calò con lui lasciando strada libera a Philipp e Flamm. Si dovette accontentare, se così si può dire, della prima ripetizione.
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Messaggioda Siloga66 » ven mar 02, 2007 0:52 am

savsav ha scritto:Trascorso il Natale a casa, eravamo partiti in tre da Ferrara, senza grandi velleità, ma con la roba da arrampicata nello zaino, a Falcade avevamo recuperato un quarto amico ed eravamo saliti al rifugio Sonino al Coldai con l'intenzione di trascorrervi due notti.
Appena entrati capimmo che c'erano già altri ospiti che, probabilmente, in quel momento erano fuori ad arrampicare o per qualche escursione.
Non sapendo quanti fossero, non potemmo sistemarci e ci apprestammo ad attendere il loro rientro per capire come poterci sistemare nelle brande.
Ma gli alpinisti sono abbastanza imprevedibili e scese il buio prima del loro arrivo: del resto le giornate a fine dicembre sono assai brevi e c'era anche la possibilità che fossero impegnati in scalata e non rientrassero nemmeno al bivacco.
Non ci preoccupammo più di tanto e facemmo le nostre cose tranquillamente; avremmo deciso all'ultimo come sistemarci per la notte, se necessario, anche per terra.
Mentre già stavamo mangiando l'immancabile minestra di fagioli, ecco arrivare rumore di passi ramponati e la porta aprirsi. Entrarono in tre e non impiegammo molto a capire che non parlavano italiano e che erano venuti a raccogliere le cose lasciate al bivacco per rientrare a valle.
Pensammo che fossero arrivati uno o due giorni prima ed avessero già portato a termine il loro progetto, ma non potemmo avere conferma alcuna per via della lingua.
Fecero in fretta e si apprestarono ad uscire facendo un cenno di saluto.
Fu allora che mi accorsi che uno di loro aveva dimenticato la lampada frontale attaccata al montante della brandina. La presi e gliela allungai, ma vidi che mi guardava dando l'idea di non capire.
«Hai dimenticato la lampada» dissi, sapendo bene che non sarei stato capito, ma il gesto di porgergli l'oggetto era sufficientemente eloquente. Non capivo perchè fosse restio a prenderla e nemmeno come avesse potuto dimenticarsela, visto che fuori era già buio pesto.
Alla fine allungò la mano, prese la frontale e uscì dietro agli altri brontolando qualcosa d'incomprensibile.
Tornò il silenzio nel bivacco, oramai ?nostro? poiché gli altri ospiti se n'erano andati. Riprendemmo a mangiare tranquilli la nostra minestra di fagioli, mentre la stufa del bivacco continuava a bruciare legna rendendo gradevole la temperatura all'interno del locale.
Non passò molto tempo che sentimmo rumori provenire dall'esterno, poi la porta si aprì ed entrò un alpinista. Lui fu sorpreso di vedere noi, almeno quanto noi fummo sorpresi di vedere lui.
Quando capimmo che era solo, tirammo un sospiro di sollievo: il posto letto era ?salvo? per tutti.
Entrò ed andò a sistemarsi sulla brandina dal montante della quale avevo preso la frontale.
Passò un minuto nel quale lo vedemmo rovistare qua e là ed infine gli sentimmo dire:
«I me gà ciavà la frontale». Fu una fulminazione e capimmo tutto.
Scambiammo uno sguardo furtivo con gli amici, ma nessuno disse nulla.
Tutti realizzammo che uno dei tre alpinisti di lingua tedesca aveva preso la frontale ben sapendo che non era la sua, mentre non gli sarebbe stato difficile far capire che sua non era, evitando così di sottrarla al legittimo proprietario.
Fui mortificato che il mio gesto di cortesia fosse stato usato per compiere un'appropriazione indebita e mi sentii a mia volta responsabile nei confronti del nostro coinquilino, mentre il rancore montava nei confronti dello scorretto troglodita di lingua tedesca.
Per fortuna l'inconveniente fu presto archiviato e la serata trascorse serena fra una chiacchiera e l'altra. Il giorno seguente ognuno di noi riprese i suoi progetti.
Due di noi tentarono una salita invernale a Torre d'Alleghe per la via normale, gli altri due andarono a compiere un'escursione, mentre Lorenzo Massarotto (era lui il nostro coinquilino) riprese le sue ricognizioni per la sua solitaria invernale.
Era la fine di dicembre del 1988.
Cavoli. Allora non ci vedemmo per pochissimi giorni. In quel periodo, verso i primi di gennaio io ed un amico facemmo una delle classiche cavolate che si fanno nella vita. Volevamo fare la prima invernale della Haupt-Lòmpel alla Piccola Civetta (fallita dopo un bivacco ed un tratto di parete irrisorio in confronto all'altezza totale. E ricordo che avevamo visto nella neve le orme di Massarotto che aveva appena fatto l'invernale solitaria al Philipp. Anche noi salendo eravamo passati al bivacco invernale del Coldai, ma ci siamo stati dentro solo 15 minuti preferendo bivaccare sul ghiaione tra Solleder e Haupt. Per pochi giorni non ci siamo conosciuti in quel lontano 1988.

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Messaggioda Siloga66 » ven mar 02, 2007 0:54 am

PS: sopra ho scritto nella parte sbagliata. Savsav, leggi alla fine del tuo intervento nella risposta sopra. Ciao.
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Messaggioda savsav » ven mar 02, 2007 1:06 am

Siloga66 ha scritto:PS: sopra ho scritto nella parte sbagliata. Savsav, leggi alla fine del tuo intervento nella risposta sopra. Ciao.


Siloga ha scritto:

Cavoli. Allora non ci vedemmo per pochissimi giorni. In quel periodo, verso i primi di gennaio io ed un amico facemmo una delle classiche cavolate che si fanno nella vita. Volevamo fare la prima invernale della Haupt-Lòmpel alla Piccola Civetta (fallita dopo un bivacco ed un tratto di parete irrisorio in confronto all'altezza totale. E ricordo che avevamo visto nella neve le orme di Massarotto che aveva appena fatto l'invernale solitaria al Philipp. Anche noi salendo eravamo passati al bivacco invernale del Coldai, ma ci siamo stati dentro solo 15 minuti preferendo bivaccare sul ghiaione tra Solleder e Haupt. Per pochi giorni non ci siamo conosciuti in quel lontano 1988.


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.....a scanso di equivoci...non sono io Gabriele Villa... :wink:
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Messaggioda Drugo Lebowsky » ven mar 02, 2007 9:03 am

savsav ha scritto:Tanti saluti ORIETTA...


mah...
ammesso e non concesso che sia vietato (e vorrei sapere poi da chi...) usare più pseudonimi, renderne nota l'equivalenza senza il placet del "proprietario" (anche se in questo caso...sai che scoperta!) mi pare sia ben più scorretto del loro uso.
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Messaggioda savsav » ven mar 02, 2007 10:54 am

Drugo Lebowsky ha scritto:
savsav ha scritto:Tanti saluti ORIETTA...


mah...
ammesso e non concesso che sia vietato (e vorrei sapere poi da chi...) usare più pseudonimi, renderne nota l'equivalenza senza il placet del "proprietario" (anche se in questo caso...sai che scoperta!) mi pare sia ben più scorretto del loro uso.


Orietta e' stata scorretta....Drugo e' stato scorretto....e cosi' molti altri...se scoprissi altri doppi nick lo direi subito..... e cosi' faro' in futuro...

Comunque stiamo andando fuori argomento...se hai qualcosa da' dire apri un topic o un MP....
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Messaggioda Drugo Lebowsky » ven mar 02, 2007 11:20 am

savsav ha scritto:
Comunque stiamo andando fuori argomento...se hai qualcosa da' dire apri un topic o un MP....


mancop'ucazzo!

in passato topic in merito ne sono già stati aperti e se ne è già disquisito.

sono un assertore di UNO-CENTO-MILLE nicks.
il forum è (anche) un gioco e volerlo caricare di contenuti al punto di additare come scorretto chi usa più soprannomi è meschino.

poi è chiaro che man mano che fisiologicamente ci si conosca il gioco viene a cadere da solo...
ed anche questo fa parte del gioco. niente di male, niente di bene.

poi, nello specifico, mi ha dato fastidio che tu abbia "additato al pubblico ludibrio" una persona che aveva adottato un altro nick in quanto con l'originario "orietta" veniva tampinata quotidianamente.

insomma: a prescindere che non la penso come te (credo che ciò faccia parte del mio libero arbitrio) a me ha infastidito che hai scelto l'esempio da fustigare più sbagliato in assoluto.

e, cortesemente, sii coerente.
hai iniziato tu ad uscire dal seminato (in modo, per me, sgradevole) quindi non stupirti se anch'io faccio una digressione OT.
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Messaggioda savsav » ven mar 02, 2007 11:24 am

Drugo Lebowsky ha scritto:
savsav ha scritto:
Comunque stiamo andando fuori argomento...se hai qualcosa da' dire apri un topic o un MP....


mancop'ucazzo!

in passato topic in merito ne sono già stati aperti e se ne è già disquisito.

sono un assertore di UNO-CENTO-MILLE nicks.
il forum è (anche) un gioco e volerlo caricare di contenuti al punto di additare come scorretto chi usa più soprannomi è meschino.

poi è chiaro che man mano che fisiologicamente ci si conosca il gioco viene a cadere da solo...
ed anche questo fa parte del gioco. niente di male, niente di bene.

poi, nello specifico, mi ha dato fastidio che tu abbia "additato al pubblico ludibrio" una persona che aveva adottato un altro nick in quanto con l'originario "orietta" veniva tampinata quotidianamente.

insomma: a prescindere che non la penso come te (credo che ciò faccia parte del mio libero arbitrio) a me ha infastidito che hai scelto l'esempio da fustigare più sbagliato in assoluto.

e, cortesemente, sii coerente.
hai iniziato tu ad uscire dal seminato (in modo, per me, sgradevole) quindi non stupirti se anch'io faccio una digressione OT.


Contento tu ....Buon divertimento! :roll:
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Messaggioda Drugo Lebowsky » ven mar 02, 2007 11:44 am

savsav ha scritto:
Contento tu ....Buon divertimento! :roll:


ecchisidiverte?
mi andava di farti presente che (PER ME) stavi sbagliando e che avevi iniziato tu uno sgradevole OT.
tutto qua e morta là.

ma non ti pare d'essere un pò permaloso?
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Messaggioda savsav » ven mar 02, 2007 11:51 am

Drugo Lebowsky ha scritto:
savsav ha scritto:
Contento tu ....Buon divertimento! :roll:


ecchisidiverte?
mi andava di farti presente che (PER ME) stavi sbagliando e che avevi iniziato tu uno sgradevole OT.
tutto qua e morta là.

ma non ti pare d'essere un pò permaloso?


Drugo scuseme sasto in che condizion le' le cascate a Sotoguda .....Te ringrazie :D
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Messaggioda Drugo Lebowsky » ven mar 02, 2007 12:01 pm

savsav ha scritto:Drugo scuseme sasto in che condizion le' le cascate a Sotoguda .....Te ringrazie :D


mavainstramona! :lol:

... ma soeo cò i dèi! :twisted:
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Messaggioda savsav » ven mar 02, 2007 20:30 pm

alberto60 ha scritto:
Barbier aveva rinunciato all'apertura perchè durante la scalata il suo compagno rimase ferito e si calò con lui lasciando strada libera a Philipp e Flamm. Si dovette accontentare, se così si può dire, della prima ripetizione.


.....Il compagno di Claudio Barbier in quell'occasione era Diether Marchart(caduto poi dalla Nord dell'Eiger nell'estata del 1962),fu colpito ad un ginocchio da un sasso staccato da Flamm che in quel momento era davanti a tutti.Claudio Barbier e Diether Marchart si caleranno lasciando continuare la via a Walter Philipp e D.Flamm...
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Messaggioda savsav » sab mar 03, 2007 0:07 am

La quota IGM e' la vetta tra la Punta Civetta e la cima principale della Civetta,quindi si trova nella sua cresta Nord.A chiamarla "vetta" e' forse un po' esagerato,si tratta piuttosto di un tratto orizzontale di cresta,lungo circa 40mt.,che si sviluppa ad angolo retto rispetto all'imponente muraglia dei precipizi Nord-Ovest della Civetta, suggerendo in tal modo allo spettatore,a causa della prospettiva,l'impressione di una vetta.
Gia' quando cominciai ad arrampicare,circa 5 anni fa',sentivo una profonda avversione per le scalate in artificiale.Mi sembrava assurdo che cordate faticassero a volte per delle ore,per alzarsi poi trenta metri.In fondo,questa avversione mi e' rimasta tuttora -anche se in misura fortemente ridotta- perche' so' troppo bene che nelle scalate di oggi non e' possibile fare a meno di una notevole abilita' anche in arrampicata con mezzi artificiali;un passaggio di A3 non e' poi tanto facile.Comunque, non ho mai stretto una vera amicizia con quel tipo di arrampicata.Invece,gia' allora, sognavo di poter una volta realizzare un'impresa,che desse nuove glorie e nuova reputazione all'arrampicata libera,oramai in certi ambienti addirittura messa al bando.Negli anni successivi ci entusiasmammo sempre di piu' all'idea che l'alpinismo moderno dovesse ricevere un forte impulso dall'arrampicata libera.Non ho alcun dubbio che queste parole incontreranno la piu' accanita opposizione precisamente in quegli ambienti alpinistici che persistono nel sognare un'aurea di chiodi ad espansione.Con la quota IGM volevamo dare una prova ed una dimostrazione di tutto cio'.

Walter Philipp, in Der Berkamerad 8 maggio 1963.
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