Eiger: Parete nord.

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Eiger: Parete nord.

Messaggioda Holden » ven feb 06, 2004 9:57 am

Ho letto in diversi libri le vicende degli alpinisti impegnati su questa magnifica e pericolosa parete, sin dai primi tentativi, finiti in tragedia.
Tuttavia mi chiedo quale sia il motivo di una simile diminuzione del tempo di salita; se le difficoltà oggettive erano e sono le continue "scariche", i mutamenti repentini delle condizioni del tempo e della parete stessa, credo che i tempi dovrebbero essere comunque abbastanza "lunghi", considerando che ai tempi di Harrer, Kasparek, Hecklmaier e Vorg era necessario bivaccare, al di là delle condizioni meteo.
Sapere che gente come Cristoph Hainz è salita in quattro ore e mezza senza nemmeno assicurarsi, se non nella parte iniziale, toglie un pò di fascino all'impresa.
Se poi penso che gente come Bonatti (ok, molti anni fa..) ha abbandonato l'impresa quasi subito..
Qualcuno può darmi una spiegazione?
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Messaggioda Davide62 » ven feb 06, 2004 10:10 am

Su simili pareti la velocità e sinonimo di sicurezza, il crollo di certe barriere psicologiche, la moderna atrezzatura e la conoscenza capillare di tutte le difficoltà che si possono incontrare consentono di "correre" sui ripidi nevai.
Cercare di fare meno tiri possibile riduce moltissimo i tempi di percorrenza, comunque bisogna essere forti e decisi.
Senza competenza e capacità, su una parete tanto vasta quanto pericolosa la vedo brutta.
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Messaggioda alfaomega » ven feb 06, 2004 11:14 am

Fermo restando quello che dice Davide, non credo che l'abbia fatta "a vista"... ;)
Oltretutto sarebbe interessante che un big attuale la affrontasse con i materiali di allora (anche se nel frattempo sono comunque cambiate le tecniche)... Forse il paragone sarebbe comunque difficile ma non impossibile.
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Messaggioda pietrorrrago » ven feb 06, 2004 11:33 am

Non ricordo dove l'ho visto, ma mi risulta che sia stata fatta una ripetizione (non so da chi) da parte di una cordata che utilizzava non solo i materiali del tempo (corde di canapa, scarponi chiodati, ecc) ma perfino l'abbigliamento ma non conosco i tempi di percorrenza o i commenti fatti dai protagonisti, proverò a cercare.
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Messaggioda Holden » ven feb 06, 2004 11:54 am

Sarebbe molto interessante.

Cmq, attrezzature o no, le famose "scariche" dovrebbero rallentare chiunque, corde di canapa o no!

Non conosco la tecnica utilizzata ad esempio dagli ultimi "salitori", ma nel passato la difficoltà era nel trovare appigli per i chiodi in una roccia che ha una stratificazione particolare (parlo sempre da profano...).
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Messaggioda Davide62 » ven feb 06, 2004 12:19 pm

Holden ha scritto:Sarebbe molto interessante.

Cmq, attrezzature o no, le famose "scariche" dovrebbero rallentare chiunque, corde di canapa o no!

Non conosco la tecnica utilizzata ad esempio dagli ultimi "salitori", ma nel passato la difficoltà era nel trovare appigli per i chiodi in una roccia che ha una stratificazione particolare (parlo sempre da profano...).

Non solo, ma all'epoca gradinavano tutti i nevai, e il secondo è sempre ghiacciato, perdevano un mucchio di tempo.
Inoltre non saspevano esattamente quanto e dove scaricasse la parete.
personalmente non trovo affatto affascinante una simile salita; la roccia è orrenda, il ghiaccio fa schifo, viene giù di ogni, insomma è una lotta contro la schifezza.
Eppoi davvero i pericoli oggettivi sono troppi e ovunque.
1800m di dislivello sotto le scriche sono mica pochi.
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Messaggioda pietrorrrago » ven feb 06, 2004 12:27 pm

Devi tenere conto anche delle condizioni della parete, l'estate scorsa quando Hainz e Andrea hanno fatto le loro corse erano perfette, come da anni non succedeva, questo ha ridotto di molto (sempre troppo poco per me) i pericoli oggettivi.
La tecnica utilizzata è stata quella del "..meno stai in parete, più è difficile che un sasso ti prenda...", quindi slegati e veloci, per quanto riguarda Hainz no so di preciso come si è mosso ma Andrea mi ha detto che ha proseguito slegato per tutta la via e si è autoassicurato solo per un paio di tiri delle fessure della parte alta della parete.
Non usando chiodi (su quelle difficoltà per loro non servono a progredire) poco importa la stratificazione della roccia.
Altro fattore importante è il conoscere la via, o perchè l'hai già salita o perchè ti sei documentato a dovere, un conto è salire sapendo quando incontrerai il tratto difficile e quando puoi rilassarti ed un altro è affrontare ogni passo senza sapere se dopo ti potrai riposare o sarà più duro ancora.
Questo nulla toglie, secondo me, all'impresa di Hainz o di Andrea, semplicemente non si possono fare paragoni, in nessun caso, nemmeno utilizzando gli stessi materiali, nemmeno se uno non leggesse la relazione si potrebbe ricreare lo stato d'animo di chi affrontava per la priva volta l' ORCO, anche il solo sapere che si può fare ti da un vantaggio sugli apritori.
Bonatti era tornato indietro; forse anche il fatto di sapere che a quei tempi non potevi essere sicuro che gli eventuali soccorritori avrebbero potuto recuperarti (lui lo sapeva bene) l'ha fatto desistere, erano tempi diversi.
I paragoni si possono fare (ammesso che abbia senso farne) sono in condizioni simili, di tempo, di luogo, di preparazione (un tempo molti dei grandi durante la settimana lavoravano in fabbrica e arrampicavano nel weekend, ora i big si dedicano totalmente all'attività sportiva).
Come vedi sono tanti i fattori che portano ad una realizzazione di quelle grandi, l'importante è inquadrare tutta la situazione e non fermarsi solo al titolo "..di corsa sulla Nord dell'Eiger..".
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Messaggioda Holden » ven feb 06, 2004 12:51 pm

Sono d'accordo con Pietrorago per ciò che riguarda l'impossibilità di fare paragoni.
Una cosa che però mi ha colpito di quelle storie è che, a partire dal primo tentativo di Sedlmayr e Mehringer che finì tragicamente nel punto che poi venne chiamato "bivacco della morte", gli altri incidenti avvennero in punti completamente diversi della parete, anche più in basso e in posti dove già altri erano passati e, tornando indietro, ne avevano descritto le difficoltà.

E' questo, credo, che mi lascia perplesso quando leggo di salite così "disarmanti".
Ultima modifica di Holden il ven feb 06, 2004 13:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Davide62 » ven feb 06, 2004 12:52 pm

Quando Bonatti tentò la solitaria e decise di tornare indietro, era già al secondo nevaio, inoltre la traversata Hinterstroisser non era attrezzata con le corde fisse e non si conosceva ancora la discesa trovata da Don Whillans(durante una salvataggio) che la faceva evitare in caso di ritirata.
Quella traversata è sempre stato un punto di quasi "non ritorno" e Bonatti , da grandissimo qual'era, si rese conto che se si fosse ferito col cavolo che sarebbe riuscito a tornare indietro da lì.
Comunque due costole se le è rotte in quell'occasione.
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Messaggioda Holden » ven feb 06, 2004 13:08 pm

Perdonami Davide, forse ho capito male io...ma, la traversata Hinterstoisser sta "sotto" al secondo nevaio...come avrebbe fatto Bonatti a raggiungete il secondo nevaio senza passare da lì?
Ultima modifica di Holden il ven feb 06, 2004 13:10 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Roberto » ven feb 06, 2004 13:09 pm

Io la scaleri volentieri, ma non credo che ne avrò mai l'occasione. Ho ancora troppe cose da fare prima, ma sono vecchio e non riuscirò a farle tutte, l'Eiger è tra le ultime!
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Messaggioda pietrorrrago » ven feb 06, 2004 13:10 pm

Roberto ha scritto:Io la scaleri volentieri, ma non credo che ne avrò mai l'occasione. Ho ancora troppe cose da fare prima, ma sono vecchio e non riuscirò a farle tutte, l'Eiger è tra le ultime!

Quali sono le prime della lista ?
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Messaggioda Roberto » ven feb 06, 2004 13:19 pm

pietrorago ha scritto:
Roberto ha scritto:Io la scaleri volentieri, ma non credo che ne avrò mai l'occasione. Ho ancora troppe cose da fare prima, ma sono vecchio e non riuscirò a farle tutte, l'Eiger è tra le ultime!

Quali sono le prime della lista ?
Mi sono appassionato alla scoperta di pareti extraeuropee e le mie possibilità di tempo ed economiche, non mi permettono di fare più cose fuori casa nello stesso anno!
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Messaggioda pietrorrrago » ven feb 06, 2004 13:29 pm

Bellllloooo !!!! :D
Invidia. :(
le mie possibilità di tempo ed economiche non mi permettono di andare in Bianco (la montagna) :? .
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Messaggioda gug » ven feb 06, 2004 14:17 pm

Se può interessare quì c'è un bel racconto di una salita lla Nord dell'Eiger


http://www.climbing.ie/exped/eiger/eiger.html
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Montre » ven feb 06, 2004 15:19 pm

la salita in stile primi apritori è stata fatta da stefan sigrist (non so se si scrive così) che è quello che l'ha salita con la tv svizzera della famosa videocassetta (vedi topic).

hanno girato anche un film che io ho visto al filmfestival di trento.

prima sono andati dai vari grivel ecc. per farsi ricostruire i materiali di allora.

hanno usato una corda di canapa ricostruita come quelle di allora ma con all'interno un'anima di kevlar, che comunque alla prova in laboratorio con il macchiario non ha tenuto.

mi sembra che abbiano fatto un solo bivacco ma non sono serto di ricordare bene.
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Messaggioda Davide62 » ven feb 06, 2004 16:01 pm

Holden ha scritto:Perdonami Davide, forse ho capito male io...ma, la traversata Hinterstoisser sta "sotto" al secondo nevaio...come avrebbe fatto Bonatti a raggiungete il secondo nevaio senza passare da lì?

La traversata è prima del primo nevaio e porta al "nido di rondine".
Bonatti è passato di lì per forza, ma a quanto pare fare nel senso inverso la traversata è molto difficile.
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Messaggioda Holden » ven feb 06, 2004 16:08 pm

Ok, ora ci siamo Davide, era come pensavo..

Ho letto anche qualcosa di Mutti che dice che quella montagna non ha nulla di bello, chi la scala lo fa solo per avere un "tassello" in più...ma non è così piacevole, nemmeno per chi fa dell'arrampicata una ragione di vita.
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Messaggioda alexzappa » ven feb 06, 2004 16:17 pm

Holden ha scritto:Sarebbe molto interessante.

Cmq, attrezzature o no, le famose "scariche" dovrebbero rallentare chiunque, corde di canapa o no!

Non conosco la tecnica utilizzata ad esempio dagli ultimi "salitori", ma nel passato la difficoltà era nel trovare appigli per i chiodi in una roccia che ha una stratificazione particolare (parlo sempre da profano...).


Dal libro "Parete nord" di Harrer mi è sembrato di capire che con gli anni la situazione della parete sia migliorata. Dopotutto all'inizio del secolo eravamo alla fine di una mini glaciazione, i ghiacciai si stavano ritirando e la parete scaricava un sacco; ora non dovrebbe essere così. Sempre sul libro Harrer parlava di questa stratificazione verticale e della difficoltà di piantare i chiodi: superfluo ricordare che nel '38 i friends non li avevano....e nemmeno il gore-tex. in più quel furbacchione di Harrer non si portò i ramponi e la cosa rallentò la cordata ( o perlomeno lo costrinse a fare sempre il secondo)
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Messaggioda Roberto » ven feb 06, 2004 16:25 pm

Non voglio assolutamente fare paragoni, ma su una parete delle nostre parti, la nord del monte Camicia, ci sono condizioni simili all'Eiger : roccia friabile, dimensioni ciclopiche (oltre 2000 metri di sviluppo) e scarsità di protezioni.
La difficoltà di mettere chiodi, non è compensata dalla possibilità di mettere nat o friend, la conformazione della rocia è tale che non metti niente e basta, si va senza protezioni, oggi come allora.
Non sono mai stato sull'Eiger, ma se è simile al Camicia, non credo che le cose siano molto cambiate, dal punto di vista sicurezza in parete.
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