c.caio ha scritto:ne abbiamo gia' discussio... discutiamo ancora che male non fa.
Chiunque fa ipotesi su norme, certificazioni ecc.ecc. non ha alcuna idea (e sottolineo ALCUNA IDEA) di cosa significhi gestire e mantenere delle vie di arrampicata... e quando si fanno discorsi del genere bisogna pensare e immaginare qualsiasi progetto spalmato anche nel futuro.
Se la giunta di un comune "illuminato" decidesse di far realizzare un'area di arrampicata, approfittando magari di finanziamenti europei per lo sviluppo delle attivita' outdoor, dovrebbe far realizzare i lavori secondo un preciso capitolato e da persone autorizzate (non da volontati)... e fin qui puo' anche essere giusto. Il problema e' che poi i lavori di controllo e manutenzione, visto che la palestra di roccia sara' sotto responsabilita' del comune, dovranno essere fatti PER SEMPRE! E con quali altri finanziamenti a quel punto? Con quali altre giunte? ...(visto che nel frattempo cambieranno gli assessori, i sindaci ecc.ecc.)....... mettendo a bilancio dei soldi per cambiare le soste quando non ci sono i soldi per (ad esempio) un asilo nido?
Un progetto del genere e' destinato a finire nel giro di poco tempo, con abbandono e chiusura della palestra perche' saranno piu' le rogne che i benefici per un comune.
permettimi di dissentire da quanto da te riportato. Nel mio piccolo, qualche tiro di corda l'ho attrezzato e penso di conoscere la mole di lavoro che ne sta dietro.
La manutenzione da parte dei comuni o del CAI può essere fatta, non capisco questa mentalità retrograda per la quale tutto in Italia sarebbe impossibile. Vedi ad esempio la ferrata Sass Brusai sul Monte Grappa in gestione al comune di Borso del Grappa. Ogni anno deve essere fatto un piano di manutenzione che prevede l'ispezione da parte di una guida alpina che va sul posto, fa i rilievi / manutenzioni del caso e firma.
Lasciate perdere poi chi debba fare queste manutenzioni in falesia (se CAI, comuni, guide alpine, geologi, ecc) mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor. Se non vi è norma, ai primi incidenti gravi, si chiuderanno i terreni, si schioderanno le vie, esisteranno comunque sempre falesie non a norma considerate terreno d'avventura.
Questo secondo me deve essere visto come un passo avanti, un'organizzare un'attività che fino ad ora non è mai stata organizzata, o meglio, è sempre stata autogestita dal chiodatore amatoriale in buona fede.
saluti