Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli spit?

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda maivory » gio dic 04, 2014 12:19 pm

c.caio ha scritto:ne abbiamo gia' discussio... discutiamo ancora che male non fa.
Chiunque fa ipotesi su norme, certificazioni ecc.ecc. non ha alcuna idea (e sottolineo ALCUNA IDEA) di cosa significhi gestire e mantenere delle vie di arrampicata... e quando si fanno discorsi del genere bisogna pensare e immaginare qualsiasi progetto spalmato anche nel futuro.
Se la giunta di un comune "illuminato" decidesse di far realizzare un'area di arrampicata, approfittando magari di finanziamenti europei per lo sviluppo delle attivita' outdoor, dovrebbe far realizzare i lavori secondo un preciso capitolato e da persone autorizzate (non da volontati)... e fin qui puo' anche essere giusto. Il problema e' che poi i lavori di controllo e manutenzione, visto che la palestra di roccia sara' sotto responsabilita' del comune, dovranno essere fatti PER SEMPRE! E con quali altri finanziamenti a quel punto? Con quali altre giunte? ...(visto che nel frattempo cambieranno gli assessori, i sindaci ecc.ecc.)....... mettendo a bilancio dei soldi per cambiare le soste quando non ci sono i soldi per (ad esempio) un asilo nido?
Un progetto del genere e' destinato a finire nel giro di poco tempo, con abbandono e chiusura della palestra perche' saranno piu' le rogne che i benefici per un comune.


permettimi di dissentire da quanto da te riportato. Nel mio piccolo, qualche tiro di corda l'ho attrezzato e penso di conoscere la mole di lavoro che ne sta dietro.
La manutenzione da parte dei comuni o del CAI può essere fatta, non capisco questa mentalità retrograda per la quale tutto in Italia sarebbe impossibile. Vedi ad esempio la ferrata Sass Brusai sul Monte Grappa in gestione al comune di Borso del Grappa. Ogni anno deve essere fatto un piano di manutenzione che prevede l'ispezione da parte di una guida alpina che va sul posto, fa i rilievi / manutenzioni del caso e firma.
Lasciate perdere poi chi debba fare queste manutenzioni in falesia (se CAI, comuni, guide alpine, geologi, ecc) mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor. Se non vi è norma, ai primi incidenti gravi, si chiuderanno i terreni, si schioderanno le vie, esisteranno comunque sempre falesie non a norma considerate terreno d'avventura.
Questo secondo me deve essere visto come un passo avanti, un'organizzare un'attività che fino ad ora non è mai stata organizzata, o meglio, è sempre stata autogestita dal chiodatore amatoriale in buona fede.
saluti
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda Sbob » gio dic 04, 2014 12:35 pm

Senza voler certificare le falesie, non avrebbe senso avere una "regola d'arte" formalizzata per le chieda tue? Chi progetta una casa non fa calcoli e sstime da zero ogni volta, ma segue tabelle e norme di progetto che qualcuno ha pensato per lui. Il fatto che a chiostro si impari dall'amico esperto secondo me è foriero di incidenti dato che nulla garantisce che l'amico conosca a fondo i problemi della chiodatura. Ad esempio ho visto discussioni se un resina to deve fare essere messo a fondo o un po' fuori... se ci fosse un ente (CAI materiali?) che si occupi di fare la comparazione una volta per tutte per poi dare un'indicazione chiara a mio parere sarebbe meglio.
E secondo me sarebbe anche una tutela per i chiodatori, che sarebbero tutelati dall'altra seguito una regola d'arte.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda rf » gio dic 04, 2014 12:42 pm

maivory ha scritto:mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor.


ecco, a me no. A me interessa esattamente il contrario!

A me interessa che la gente sappia cosa sta andando a fare. E che sia in grado di prendere decisioni con la propria testa.

Io quando vado all'aperto per scalare, che sia boulder, falesia, media montagna o montagna, non voglio regole.
Se domani mi metti delle regole, "brucio" tutto quello che ho fatto, e consiglierò di farlo a tutti quelli che hanno una sensibilità vicina alla mia.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda Vigorone » gio dic 04, 2014 12:43 pm

mikesangui ha scritto:Quando sei fuori... sei fuori.
Punto.
Sei in balia della vita che per definizione non è sotto controllo. E meno male.

La sicurezza , fuori, non esiste.
Chi vuole la sicurezza vada in palestra.


Comunque delle volte che ho rischiato di spiattellarmi o di spiattellare qualcuno (tipicamente per l'errorino banale nella manovra di corda o per disattenzione - questo da ggggiovane, anzi ggggggiovanissssimo) ero in palestra. Nel senso di quella al chiuso coi muri artificiali (che' per noi vecchi la "palestra" era quella che per i gggiovani e' la "falesia")
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda grizzly » gio dic 04, 2014 12:58 pm

maivory ha scritto:... mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor...


Per me questo è un non-sense... perché il concetto di outdoor è proprio invece in completa opposizione a una situazione, door appunto, dove le norme chessivoglia e piacciano, ci sono, sono rispettate, imposte, ecc... Dire vogliamo normare l'outdoor per maggior sicurezza e come dire voglio mettere la corazza alla moto perché così sono più sicuro... certo avrai la sicurezza (forse) ma non hai più la moto perché con la corazza sarà magari un autocarro blindato ma non di sicuro una moto...

Ad ogni modo quoto Caio, rf... ecc... con la penuria di pecunia che c'è in giro... voglio proprio vedere se il comune di pincopallo imboscato sui bricchi si prende la briga di finanziare ad eternum la manutenzione di una falesia... Mettono il pedaggio ai parcheggi sterratati perché NON hanno manco i soldi per l'ordinaria manutenzione delle strade!!!!
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda funkazzista » gio dic 04, 2014 13:06 pm

mikesangui ha scritto:Chi vuole la sicurezza vada in palestra.

E comunque non si illuda che in palestra ci sia la sicurezza assoluta.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda c.caio » gio dic 04, 2014 13:07 pm

rf ha scritto:
maivory ha scritto:mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor.


ecco, a me no. A me interessa esattamente il contrario!

A me interessa che la gente sappia cosa sta andando a fare. E che sia in grado di prendere decisioni con la propria testa.

Io quando vado all'aperto per scalare, che sia boulder, falesia, media montagna o montagna, non voglio regole.
Se domani mi metti delle regole, "brucio" tutto quello che ho fatto, e consiglierò di farlo a tutti quelli che hanno una sensibilità vicina alla mia.



...e io sono assolutamente e profondamente daccordo con rf.
Rimango dell'idea che vada normato e certificato un beato peppero.
Poi... parliamoci chiaro e senza ipocrisie..... da quanti anni si scala? Su quante falesie o palestre di roccia? Su quante vie? Quanti milioni di persone hanno scalato in tutti questi anni? .... e quanti incidenti si sono verificati per il crollo di una sosta?
Questo nulla toglie al dramma di chi e' stato coinvolto a San Vito e se io avessi chiodato quel tiro e un cataclisma avesse poi modificato la struttura di quella porzione di roccia non mi sentirei comunque ne' bene ne' sollevato, ma partire da questo accaduto per fare un processo al sistema che fino ad oggi ci ha permesso di scalare e menare il torrone sulle certificazioni, sulle norme necessarie, sui controlli da parte di questo o di quello mi pare fuori luogo.
Riflessioni e studi su cio' che accade alle vie in riva al mare (e dintorni) e' cosa buona giusta ed e' argomento a parte... qui invece state parlando come se tutto fosse da mettere in discussione.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda brando » gio dic 04, 2014 13:09 pm

maivory ha scritto:
c.caio ha scritto:ne abbiamo gia' discussio... discutiamo ancora che male non fa.
Chiunque fa ipotesi su norme, certificazioni ecc.ecc. non ha alcuna idea (e sottolineo ALCUNA IDEA) di cosa significhi gestire e mantenere delle vie di arrampicata... e quando si fanno discorsi del genere bisogna pensare e immaginare qualsiasi progetto spalmato anche nel futuro.
Se la giunta di un comune "illuminato" decidesse di far realizzare un'area di arrampicata, approfittando magari di finanziamenti europei per lo sviluppo delle attivita' outdoor, dovrebbe far realizzare i lavori secondo un preciso capitolato e da persone autorizzate (non da volontati)... e fin qui puo' anche essere giusto. Il problema e' che poi i lavori di controllo e manutenzione, visto che la palestra di roccia sara' sotto responsabilita' del comune, dovranno essere fatti PER SEMPRE! E con quali altri finanziamenti a quel punto? Con quali altre giunte? ...(visto che nel frattempo cambieranno gli assessori, i sindaci ecc.ecc.)....... mettendo a bilancio dei soldi per cambiare le soste quando non ci sono i soldi per (ad esempio) un asilo nido?
Un progetto del genere e' destinato a finire nel giro di poco tempo, con abbandono e chiusura della palestra perche' saranno piu' le rogne che i benefici per un comune.


permettimi di dissentire da quanto da te riportato. Nel mio piccolo, qualche tiro di corda l'ho attrezzato e penso di conoscere la mole di lavoro che ne sta dietro.
La manutenzione da parte dei comuni o del CAI può essere fatta, non capisco questa mentalità retrograda per la quale tutto in Italia sarebbe impossibile. Vedi ad esempio la ferrata Sass Brusai sul Monte Grappa in gestione al comune di Borso del Grappa. Ogni anno deve essere fatto un piano di manutenzione che prevede l'ispezione da parte di una guida alpina che va sul posto, fa i rilievi / manutenzioni del caso e firma.
Lasciate perdere poi chi debba fare queste manutenzioni in falesia (se CAI, comuni, guide alpine, geologi, ecc) mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor. Se non vi è norma, ai primi incidenti gravi, si chiuderanno i terreni, si schioderanno le vie, esisteranno comunque sempre falesie non a norma considerate terreno d'avventura.
Questo secondo me deve essere visto come un passo avanti, un'organizzare un'attività che fino ad ora non è mai stata organizzata, o meglio, è sempre stata autogestita dal chiodatore amatoriale in buona fede.
saluti

l'esempio della ferrata che tu riporti calza solo in apparenza, visto che stiamo parlando di terreno di montagna in cui non è prevista una sicurezza assoluta e chi ci si avventura deve essere responsabile di se stesso
il comune (stando a quanto scrivi) garantisce solamente che all'inizio della stagione la struttura è in ordine, non ti dice (ne mai lo farà) "vai che è sicuro"
se mai dovesse esserci una norma da rispettare, stai pur certo che quel comune smetterebbe istantaneamente di garantire la fruibilità della struttura, a costo di doverla chiudere e/o smantellare
perchè?
perchè avrebbe dei costi assolutamente insulsi
il costo di una guida che una volta all'anno fa gli interventi che dici non lo so, ma considera che se ci fosse una normativa allora bisognerebbe prevedere una perizia geologica dell'intero versante e relativa messa in sicurezza (perchè non si può lasciare che la struttura sia ubicata in zone potenzialmente pericolose)... e già questo chiuderebbe la questione
poi bisognerebbe aggiungerci la riprogettazione e ricostruzione dell'intera ferrata in base alle normative stabilite (lunghezza delle potenziali cadute, vie di fuga in caso di maltempo, accessi rapidi per eventuali soccorsi...) e con materiali certificati
infine, la manutenzione... e non solamente quella ordinaria, anche quella straordinaria: dopo ogni evento eccezionale (es: tempesta) bisognerebbe effettuare un sopraluogo per verificare eventuali danni alla struttura e il verificarsi di eventuali situazioni di pericolo (tipo massi pericolanti), e mettere in sicurezza il tutto
aggiungici le coperture assicurative che sarebbero richieste (non esiste che qualcuno si prenda responsabilità di un certo tipo senza essere assicurato) e vediamo qual'è il costo complessivo

tutto questo ragionamento è valido anche per le eventuali "falesie certificate"...
economicamente improponibile



sorvolo sulla questione etica/autoresponsabilità/salcazzo perchè in questo paese è un concetto fuori moda...
A volte in montagna l'unica soluzione sono la preghiera o la bestemmia... stessa roba suppergiù

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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda c.caio » gio dic 04, 2014 13:11 pm

grizzly ha scritto:
maivory ha scritto:... mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor...


Per me questo è un non-sense... perché il concetto di outdoor è proprio invece in completa opposizione a una situazione, door appunto, dove le norme chessivoglia e piacciano, ci sono, sono rispettate, imposte, ecc... Dire vogliamo normare l'outdoor per maggior sicurezza e come dire voglio mettere la corazza alla moto perché così sono più sicuro... certo avrai la sicurezza (forse) ma non hai più la moto perché con la corazza sarà magari un autocarro blindato ma non di sicuro una moto...

Ad ogni modo quoto Caio, rf... ecc... con la penuria di pecunia che c'è in giro... voglio proprio vedere se il comune di pincopallo imboscato sui bricchi si prende la briga di finanziare ad eternum la manutenzione di una falesia... Mettono il pedaggio ai parcheggi sterratati perché NON hanno manco i soldi per l'ordinaria manutenzione delle strade!!!!


... per quanto mi riguarda se vogliono fare le falesie certificate le facciano. Cazzi loro.
Basta che sia contemplata l'esistenza di posti "normali" come e' sempre stato..... che poi vengano chiamati terreni di avventura, cip&ciop o vattelapesca mi frega poco. Se incidenti ci saranno (mi auguro di no con tutto il cuore!) capiteranno piu' probabilmente nelle falesie "sicure".
Come la storia dimostra.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda funkazzista » gio dic 04, 2014 13:26 pm

c.caio ha scritto:... per quanto mi riguarda se vogliono fare le falesie certificate le facciano. Cazzi loro.
Basta che sia contemplata l'esistenza di posti "normali" come e' sempre stato..... che poi vengano chiamati terreni di avventura, cip&ciop o vattelapesca mi frega poco.

Stavo per scrivere una cosa simile.
Ammettiamo pure, per assurdo, che si arrivi ad un compromesso del genere... però poi chi dovrebbe decidere quali falesie vanno "certificate" e quali restano come sono?
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda espo » gio dic 04, 2014 14:11 pm

c.caio ha scritto:
rf ha scritto:
maivory ha scritto:mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor.


ecco, a me no. A me interessa esattamente il contrario!

A me interessa che la gente sappia cosa sta andando a fare. E che sia in grado di prendere decisioni con la propria testa.

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...e io sono assolutamente e profondamente daccordo con rf.
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Poi... parliamoci chiaro e senza ipocrisie..... da quanti anni si scala? Su quante falesie o palestre di roccia? Su quante vie? Quanti milioni di persone hanno scalato in tutti questi anni? .... e quanti incidenti si sono verificati per il crollo di una sosta?
Questo nulla toglie al dramma di chi e' stato coinvolto a San Vito e se io avessi chiodato quel tiro e un cataclisma avesse poi modificato la struttura di quella porzione di roccia non mi sentirei comunque ne' bene ne' sollevato, ma partire da questo accaduto per fare un processo al sistema che fino ad oggi ci ha permesso di scalare e menare il torrone sulle certificazioni, sulle norme necessarie, sui controlli da parte di questo o di quello mi pare fuori luogo.
Riflessioni e studi su cio' che accade alle vie in riva al mare (e dintorni) e' cosa buona giusta ed e' argomento a parte... qui invece state parlando come se tutto fosse da mettere in discussione.


quoto in toto caio e rf
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda espo » gio dic 04, 2014 14:14 pm

cmq non si arriverà mai a certificare le falesie per il semplice motivo che non c'è interesse da parte di nessuno a farlo per troppi motivi.

e va benissimo così
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda valassina95 » gio dic 04, 2014 14:38 pm

Nessuno ha ancora nominato la FASI.... :roll:
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda Drugo Lebowsky » gio dic 04, 2014 14:47 pm

valassina95 ha scritto:Nessuno ha ancora nominato la FASI.... :roll:


perchè la FASI, sbaglierò, può/potrebbe avere voce in capitolo solo sulla plastica.
in merito al "terreno naturale " l'unica categoria professionale che può dir la sua è quella delle GA.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda Drugo Lebowsky » gio dic 04, 2014 14:51 pm

rf ha scritto:
ecco, a me no. A me interessa esattamente il contrario!
....


ecco, sarà inutile accodarmi al plauso, ma sono contento di dire che concordo.
non avrei saputo esprimerlo meglio.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda maivory » gio dic 04, 2014 14:59 pm

brando ha scritto:
maivory ha scritto:
c.caio ha scritto:ne abbiamo gia' discussio... discutiamo ancora che male non fa.
Chiunque fa ipotesi su norme, certificazioni ecc.ecc. non ha alcuna idea (e sottolineo ALCUNA IDEA) di cosa significhi gestire e mantenere delle vie di arrampicata... e quando si fanno discorsi del genere bisogna pensare e immaginare qualsiasi progetto spalmato anche nel futuro.
Se la giunta di un comune "illuminato" decidesse di far realizzare un'area di arrampicata, approfittando magari di finanziamenti europei per lo sviluppo delle attivita' outdoor, dovrebbe far realizzare i lavori secondo un preciso capitolato e da persone autorizzate (non da volontati)... e fin qui puo' anche essere giusto. Il problema e' che poi i lavori di controllo e manutenzione, visto che la palestra di roccia sara' sotto responsabilita' del comune, dovranno essere fatti PER SEMPRE! E con quali altri finanziamenti a quel punto? Con quali altre giunte? ...(visto che nel frattempo cambieranno gli assessori, i sindaci ecc.ecc.)....... mettendo a bilancio dei soldi per cambiare le soste quando non ci sono i soldi per (ad esempio) un asilo nido?
Un progetto del genere e' destinato a finire nel giro di poco tempo, con abbandono e chiusura della palestra perche' saranno piu' le rogne che i benefici per un comune.


permettimi di dissentire da quanto da te riportato. Nel mio piccolo, qualche tiro di corda l'ho attrezzato e penso di conoscere la mole di lavoro che ne sta dietro.
La manutenzione da parte dei comuni o del CAI può essere fatta, non capisco questa mentalità retrograda per la quale tutto in Italia sarebbe impossibile. Vedi ad esempio la ferrata Sass Brusai sul Monte Grappa in gestione al comune di Borso del Grappa. Ogni anno deve essere fatto un piano di manutenzione che prevede l'ispezione da parte di una guida alpina che va sul posto, fa i rilievi / manutenzioni del caso e firma.
Lasciate perdere poi chi debba fare queste manutenzioni in falesia (se CAI, comuni, guide alpine, geologi, ecc) mi interessa sottolineare il concetto che vada normato il contesto in cui si pratica l'arrampicata sportiva outdoor. Se non vi è norma, ai primi incidenti gravi, si chiuderanno i terreni, si schioderanno le vie, esisteranno comunque sempre falesie non a norma considerate terreno d'avventura.
Questo secondo me deve essere visto come un passo avanti, un'organizzare un'attività che fino ad ora non è mai stata organizzata, o meglio, è sempre stata autogestita dal chiodatore amatoriale in buona fede.
saluti

l'esempio della ferrata che tu riporti calza solo in apparenza, visto che stiamo parlando di terreno di montagna in cui non è prevista una sicurezza assoluta e chi ci si avventura deve essere responsabile di se stesso
il comune (stando a quanto scrivi) garantisce solamente che all'inizio della stagione la struttura è in ordine, non ti dice (ne mai lo farà) "vai che è sicuro"
se mai dovesse esserci una norma da rispettare, stai pur certo che quel comune smetterebbe istantaneamente di garantire la fruibilità della struttura, a costo di doverla chiudere e/o smantellare
perchè?
perchè avrebbe dei costi assolutamente insulsi
il costo di una guida che una volta all'anno fa gli interventi che dici non lo so, ma considera che se ci fosse una normativa allora bisognerebbe prevedere una perizia geologica dell'intero versante e relativa messa in sicurezza (perchè non si può lasciare che la struttura sia ubicata in zone potenzialmente pericolose)... e già questo chiuderebbe la questione
poi bisognerebbe aggiungerci la riprogettazione e ricostruzione dell'intera ferrata in base alle normative stabilite (lunghezza delle potenziali cadute, vie di fuga in caso di maltempo, accessi rapidi per eventuali soccorsi...) e con materiali certificati
infine, la manutenzione... e non solamente quella ordinaria, anche quella straordinaria: dopo ogni evento eccezionale (es: tempesta) bisognerebbe effettuare un sopraluogo per verificare eventuali danni alla struttura e il verificarsi di eventuali situazioni di pericolo (tipo massi pericolanti), e mettere in sicurezza il tutto
aggiungici le coperture assicurative che sarebbero richieste (non esiste che qualcuno si prenda responsabilità di un certo tipo senza essere assicurato) e vediamo qual'è il costo complessivo

tutto questo ragionamento è valido anche per le eventuali "falesie certificate"...
economicamente improponibile



sorvolo sulla questione etica/autoresponsabilità/salcazzo perchè in questo paese è un concetto fuori moda...


mi sembra la classica mentalità impossibilista per la quale è giusto fare così perché si è sempre fatto così, tutto è immutabile, nulla è alterabile rispetto alla situazione attuale. Dato che più o meno siamo coetanei consentimi una battuta: svécchiati un po'!
Sbagli sul concetto di responsabilità in ferrata. Se qualcuno si fa male perché non ha usato un set da ferrata omologato allora torniamo al solito discorso --> cazzi sua
se qualcuno si fa male perchè si rompe il cavo di acciaio o si staccano degli infissi o si stacca il ponte tibetano allora i cazzi non sono più sua.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda Kinobi » gio dic 04, 2014 15:02 pm

.
Ultima modifica di Kinobi il sab dic 13, 2014 10:26 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda brando » gio dic 04, 2014 15:32 pm

maivory ha scritto:mi sembra la classica mentalità impossibilista per la quale è giusto fare così perché si è sempre fatto così, tutto è immutabile, nulla è alterabile rispetto alla situazione attuale...

sbagli, io stavo facendo un'analisi della tua proposta da un punto di vista economico
perchè come dice Kinobi, è il soldo che comanda
e non ci vedo un ritorno economico
:arrow: nel caso peggiore che mi viene in mente, ragionando "a soldi", è più probabile che venga imposta la chiusura di una falesia per risparmiare soldi di eventuali incidenti, piuttosto che la sua certificazione e manutenzione... costa molto meno

maivory ha scritto:Sbagli sul concetto di responsabilità in ferrata. Se qualcuno si fa male perché non ha usato un set da ferrata omologato allora torniamo al solito discorso --> cazzi sua
se qualcuno si fa male perchè si rompe il cavo di acciaio o si staccano degli infissi o si stacca il ponte tibetano allora i cazzi non sono più sua.

questo riferimento è alla situazione attuale o ad una teoricamente normata?
perchè allo stato attuale dubito fortemente che qualcuno (comune o altro) si assuma la responsabilità di un cedimento di materiale non omologato posto in ambiente non controllato e soggetto ad usura
in un'eventuale futuro "normato" invece le cose funzionerebbero così come dici te, e non ho dubbi che dopo un paio di cause legali per incidenti i responsabili smantellerebbero la struttura :arrow: rapporto costo/beneficio decisamente pessimo



maivory ha scritto:Dato che più o meno siamo coetanei consentimi una battuta: svécchiati un po'!

e io ti rispondo, come vorrei dire a tanti che hanno la nostra età o meno: esci dal sogno ed entra nel mondo reale
non è un diritto avere tempo libero da passare in montagna, ad arrampicare o altro... è una libertà che viene concessa (talvolta)
quindi cerchiamo di essere responsabili almeno verso noi stessi e almeno nelle attività che scegliamo di fare per divertirci, non aspettiamoci che il mondo ci garantisca sempre il cuscino di piume... e mi fermo qui, perchè poi andrei decisamente OT in una disquisizione sui valori della società attuale (cosa di cui è figlia tutta questa discussione, ma questo è un altro discorso)
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda espo » gio dic 04, 2014 15:59 pm

Kinobi ha scritto:
Allora, se avete la calcolatrice, fate un conto di quanto sia l'indotto che resta nel COMUNE ove sorge la falesia.
E


pian. il ragionamento non fa una piega economica forse. ma parte da un punto di vista sbagliato. o almeno incompleto.

il comune, o altra pa, non ha il compito di fare solo cassa, irpef, ritorno economico ecc ecc. certo richiamare turismo fa parte dei compiti. il turismo lascia soldi ecc ecc ecc.

ma il compito della pa è anche quello di dare qualità della vita. di creare presupposti perchè le persone che ci abitano stiano meglio se non bene. l'investimento in sport e natura, in cultura e simili paga. paga anche in termini economici se metti dentro i mancati esborsi per sussidi, malavita, giovani sbandati droga ecc ecc. e c'è un riscontro diretto in questo.

poi si può discutere se l'arrampicata o simili è la via giusta. si può discutere se dare soldi a un gruppo + o meno codificato di climber che chiodano una falesia vale + che fare una piscina. si può discutere su tutti i dettagli che vuoi.

ma non si può ragionare su un investimento pubblico in soli termini di ritorno economico.

i schei ghe xe. mastricht, crisi, patto si stabilità o qualsiasi altra roba uno vuol tirar fuori. dipende tutto come li gestisci.

e purtroppo semo lontani dai confini del 14 o del 860 che te tiro dentro anca ti
massimo

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Io sono uno di questi.
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espo
 
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Re: Ignoranti ma volenterosi: come aiutare il mondo degli sp

Messaggioda grizzly » gio dic 04, 2014 16:32 pm

maivory ha scritto:... mi sembra la classica mentalità impossibilista per la quale è giusto fare così perché si è sempre fatto così, tutto è immutabile, nulla è alterabile rispetto alla situazione attuale...


Faccio un quote parziale, quindi può risultare anche parziale la risposta, ma proprio su questo punto, secondo me, non hai minimamente presente la realtà. Perché non è una questione di mentalità immobilista, semmai al contrario.
Prendi ad esempio una situazione come Finale. Sai quanti tiri ci sono a Finale?
Sono due settimane che piove... crolli, frane... Hai presente cosa vorrebbe dire CONTROLLARE la SICUREZZA di tutti i tiri di Finale per il Comune?? Non bastano giorni e giorni di plotoni di guide alpine... quindi chessìdovrebbefare in una eventuale situazione "normata"... (tieni presente che per riaprire l'Aurelia, dico l'Aurelia ehh... l'unica strada della Liguria, sostanzialmente dopo una franetta ci mettono SETTIMANE), chessifà per le falesie? Semplice: chiudiamo la baracca in attesa... della disponibilità di soldi, tempo, ecc... Sintesi pratica: immobilità. È decisamente fantascienza pensare che ci sia la possibilità di mettere a norma migliaia di tiri... Sei fuori strada, non è questione di mentalità ma di realtà!
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grizzly
 
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