Non mi sarei mai sognato di andarci oggi se ieri sera l?amico Sandro, pure lui anziano e pensionato come me, non mi avesse telefonato proponendomi di approfittare di una mattinata di presunto bel tempo. Di lunedì? Certo, perché no; uno dei pochi privilegi dei pensionati è potersi muovere quando gli pare. Così, anche per evitare il rischio di incontrare neve residua, mi viene in mente il Peròn: a quella quota non dovremmo avere problemi. E poi sembrano solo 500 metri di dislivello, giusto una gita per anziani, anzi la prima gita, quella che serve a rimuovere i veleni invernali dalle vetuste articolazioni.
Così stamattina traversato l?abitato di Barp ci inoltriamo per la stradella stretta ma asfaltata che porta al punto di partenza. La nostra intenzione sarebbe quella di evitare ogni scorciatoia, prendere la cresta nord all?altezza della chiesetta di San Giorgio e percorrerla tutta fino al M.te Peròn. Si può fare, pensiamo, giusto in tempo prima delle 14.00, quando secondo il meteo dovrebbe iniziare a piovere.
Eccoci dunque a parcheggiare alla fine della strada e a inforcare zaino e bastoncini. E? caldo per la stagione, c?è nebbiolina nell?aria, ma è la prima gita e tutto ci pare entusiasmante. Evitiamo di inboccare due invitanti scorciatoie, la prima verso f.lla Costa Curta, la seconda verso f.lla Costa Longa, che ci abbrevierebbero di molto il cammino, perché questa cresta ce la vogliamo godere tutta quanta fin dal suo inizio, senza lucrare sconti.

Lungo il sentiero un ignoto scultore ci manifesta la sua arte

Ecco uno dei due anziani protagonisti; l?altro sta fotografando

La cappella di San Giorgio
Perveniamo così alla chiesetta di San Giorgio dove un?accogliente panca sembra aspettare proprio noi, proprio qui e ora. Stupefacente.

Una panca propone sollievo ai nostri provati glutei

E? evidente che la panca stava aspettando proprio noi
Finita la sosta saliamo per breve corda metalica fino alla Ponta de San Giorgio, poco sopra la cappella. Qui rinveniamo un minuscolo crocifisso e una parimenti minuscola scultura lapidea evidentemente raffigurante un minuscolo e noto ministro che ci intima di non restare a poltrire qussù paghi della prima meta raggiunta, neanche fossimo due fannulloni statali qualsiasi.

Sulla Ponta de San Giorgio
Da qui in poi la cresta si sviluppa in una serie infinita di su e giù lungo gli infiniti risalti.

Lungo la cresta

Breve strappo di primo grado

Vista sulla Pala Alta, all?altro estremo della cresta

Ancora lungo la cresta
Raggiungiamo così e superiamo le due forcelle già nominate fino a rimontare quello che riteniamo sia l?ultimo risalto prima della vetta. A questo punto il buon Sandro se ne esce con una affermazione categorica: ?Per me?? attacca con voce ferma, ?per me la cima del Peron è esattamente questa?, e si stravacca al suolo in perfetto stile ?hic manebimus optime?, che peraltro gli riconosco abbastanza consueto nel corso della sua lunga carriera escursionistica. E così, fatto 30, al sottoscritto non rimane che fare 31 da solo, vista l?irrevocabile decisione dell?affranto ma decisionalmente incrollabile amico.

Sul presunto ultimo risalto, promosso alla dignità di vetta dall?irremovibile Sandro, verso la fine della cresta
Scendo così dal risalto lungo la boscosa cresta e affronto un breve strappo di corda che porta sulla presunta ultima punta successiva. Giunto in cima mi accogo che non è proprio l?ultima; ma dopo non troppi ulteriori saliscendi pervengo infine all?enorme croce di vetta, quella vera (ma non diciamolo a Sandro).

La croce di vetta
Torno indietro quasi subito e mi riunisco all?amico rimasto a crogiolarsi felice nel pallido sole. Una foto con l?autoscatto e giù verso il ritorno.

Autoscatto. Nel riquadro gli stessi due protagonisti nel lontano ?72: praticamente immutati nel tempo (?)
Stavolta però il sentiero che scende dalla f.lla Costa Curta non lo eviteremo, perché l?ora reclama un rapido ripiegamento verso la macchina.
Ma quanto poi a piovere non se n?è fatto proprio niente; la solita fortuna dei pensionati.